L'ala estrema del disprezzo della modernità.

Così si definiscono gli Spite Estreme Wing, band genovese capitanati da Argento (voce e chitarra). Il Black metal per loro è un violento e rivoluzionario richiamo al mondo della Tradizione. Una forma espressiva puramente ed esclusivamente europea nata fra le fredde lande della Norvegia. In questo genere, però, a differenza del folk, non vengono usati strumenti tradizionali o premoderni, con il Black Metal sventra la modernità  usandone gli stessi sporchi pezzi. E’ questa l’effettiva originalità della proposta. Archeofuturistici, ovvero non accettare il positivismo e la visione lineare della storia, significa quindi andare avanti ripartendo però da basi solide: dall’antico sapere tradizionale. Questo è esattamente il pensiero e il biglietto da visita dei Nostri.

Non Dvcor, Dvco è un concept-album basato interamente sugli scritti del filosofo Julius Evola (1898-1974), ovvero scritti basati sulla concezione della supervita e del superuomo sulla scia di filosofi del calibro di Nietzsche e Goethe. Qui non si tratta di voltarsi da una parte e dall’altra in un letto d’agonia, ma di svegliarsi e levarsi in piedi. Esattamente questo lo spirito di quest’album che descritto così con tutte queste citazioni e paroloni può sembrare un ennesimo polpettone frutto di pseudo-intellettualoidi che danno spazio più ai contenuti che alla musica vera e propria. E invece col cazzo. Appena misi questo cd nel lettore venni subito investito da un soave tappeto di tastiere che subito va ad annientarsi sotto il ritmo militare, maestoso e potente della prima traccia  “A chi l’ignoto?”;  il brano dura meno di un minuto completamente strumentale e il testo che lo accompagna è del poeta decadentista Gabriele d’Annunzio, anch’egli convinto propugnatore della teoria del superuomo.
La seconda traccia è la title-track  che da sola vale il prezzo del cd. Ora descrivervi l'emozione, la rabbia, la potenza, la forza, la maestosità di questo brano è cosa assai difficile. Il testo cantato in italiano (come del resto l’intero album ), battagliero e militare,  induce forza e voglia di lottare nell’ascoltatore ma nello stesso tempo è profondo e inquietante. La chitarra satura marca un riff ripetitivo ma maledettamente efficace che potrebbe far aizzare un popolo alla lotta. La voce di Argento è potente e colma di astio. La batteria di Rigel ha un suono possente e martellante che potrebbe dare parecchio filo da torcere a gente del calibro di Immortal Darkthore o perchè no Tsjuder . Vi giuro la prima volta che ho ascoltato questo pezzo in cuffia a tutto volume, d’istinto mi venne da urlare di rabbia. Il brano è dedicato all’impresa di Fiume. Nella seconda traccia “In su la vetta” i toni vengono un po’ smorzati ma comunque ci troviamo di fronte ad un grande pezzo potente dinamico, dotato di un grande testo:

Mai più berrai dalla loro fonte impura Dimentica la loro infamia che eterna dura! Mai più vorrai compagnia umana. Dimentica il volgo per l’immateria arcana. Ora sei vento, nebbia e frana che muove l’assurda e vil natura umana!.

“La torre del silenzio” è invece una traccia magistrale. Due accordi freddi e profondi per introduzione e poi irrompe un muro di chitarre e un infuriato blast-beat massiccio come non mai. Si ha l’impressione che i timpani vengono messi sotto assedio per tre lunghi minuti poi il pezzo si ammorbidisce verso la fine,  ma i riff rimangono duri fino alla fine del brano. Anche in questo caso il testo è molto profondo e parla della continua ricerca interiore dell’uomo di essere a tutti costi egli stesso il fautore del proprio destino essere praticamente Dio. “Decadenza" è un brano strumentale stupendo con arpeggi di chitarra molto morbidi che musicano la passeggiata di Evola durante un bombardamento a Vienna.
“Disperazione" invece è una traccia lenta e potente con un atmosfera davvero unica. Imponente e maestosa fino alla fine con un riff ciclico.  Anche in questo caso il testo si rifà alle tematiche precedenti. La traccia conclusiva è “Il sole di notte e la rivolta” , brano strumentale di immane potenza con riff malinconici e batteria in Blast-beat. Il pezzo trasmette un senso di libertà per tutti i tre minuti di durata.

In conclusione non basterebbero tutto il DeBaser per descrivere appieno l’intensità emotiva di quest’opera. Per non parlare della produzione. Non Dvcor, Dvco e stato registrato interamente in una fortino Forte Geremia, situato nella parte interna della Liguria. Questa costruzione in pietra ha dato a quest’album solo esclusivamente riverberi naturali. La filosofia dei Nostri è che la corsa alla registrazione perfetta ha portato solo alla massima impersonalità facendo dimenticare la capacità di crearsi un suono decisamente originale e personale così come lo è quest’album. Un album che ogni seguace del black metal (e non solo) deve assolutamente avere, un concentrato di combattività messa in musica.

COMBATTERE! IL VENTO S’E ALZATO LO SCONTRO E' INIZIATO!!!!!!.                

 

Elenco tracce e video

01   A chi l'ignoto? (00:48)

02   Non ducor, duco (08:45)

03   In su la vetta (09:01)

04   La torre del silenzio (07:31)

05   Decadenza (05:49)

06   Disperazione / Il ciclo si chiude (09:21)

07   Il sole di notte e la rivolta (02:48)

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Altre recensioni

Di  deathinaugust

 Tutti i riferimenti al Fascismo, anche se velati di romanticismo alla D'Annunzio sono comunque goffi e irritanti.

 Buono, senza dubbio, ma tutto qui. Di black ce ne è di migliore anche in Italia.