Alla fine gli Spock's Beard si sono trovati anche senza Nick D'Virgilio, batterista della band fin dagli albori del marchio e, dopo l'abbandono di Neal Morse, anche cantante. Scelta dettata soprattutto dal suo lavoro parallelo con il Cirque Du Soleil. Ma sono riusciti tranquillamente a trovare persone adeguatissime a sostituirlo sia nel ruolo di batterista che in quello di cantante.

Un nuovo batterista per la verità ce l'avevano già alla scuderia, si trattava soltanto di renderlo "membro ufficiale": è il batterista James "Jimmy" Keegan che, in questi anni con D'Virgilio nel doppio ruolo batterista/cantante, accompagnava la band in tour permettendo così a D'Virgilio di stare al microfono davanti al proprio pubblico. Riguardo al sostituto come cantante invece la scelta è ricaduta sul vocalist degli Enchant Ted Leonard. Altro annuncio importante fatto dalla band è stato quello del ritorno alla collaborazione con lo storico vocalist, polistrumentista e compositore Neal Morse, che non rientra a far parte della band (proseguendo quindi con la propria carriera solista e i vari side-projects) ma contribuisce alla realizzazione di due tracce.

La band è così entrata in studio per un nuovo album senza troppi problemi ed ha sfornato l'ottimo "Brief Nocturnes and Dreamless Sleep". Si tratta di un disco che pur non aggiungendo nulla di particolarmente nuovo riesce a coniugare molto bene passato e presente della band. L'album si può dire che sia strutturato in questo modo: le canzoni sono 7 di cui 3 sono orientate verso l'hard-progressive, 3 verso il prog sinfonico più classico più un pezzo quasi orientato verso il pop-rock. L'opener "Hiding Out" è firmata direttamente dal nuovo vocalist ed è pesantemente guidata da una chitarra piuttosto dura, ma offre anche stacchi più sinfonici che ne spezzano l'aggressività. Piuttosto hard anche la successiva "I Know Your Secret" caratterizzata da un ritmo incalzante, da un energico basso che domina le strofe prima di dare sfogo alla chitarra nel ritornello, ma anche da una parte più tranquilla; brano che potrebbe in qualche modo ricordare "Onomatopoeia" dall'album "Feel Euphoria". E a chiudere la trilogia hard c'è "Afterthoughts", anche qui con la mano di Leonard ma anche quella di Neal Morse: brano anch'esso guidato dai robusti riff di chitarra ma offre interessanti inserti di synth e anche dei contrappunti vocali in pieno stile Gentle Giant che hanno spesso presenziato qua e là nei dischi della band. Le tracce sopra gli 8 minuti mostrano invece il lato più sinfonico e più vicino al prog vecchio stampo, con maggior predominanza delle tastiere. "A Treasure Abandoned" ne è un chiaro esempio, anche se a tutto ciò aggiunge una melodia piuttosto lineare ed orecchiabile; belle parti di chitarra acustica e mellotron.

Ma soprattutto "Something Very Strange", dove si assiste tra l'altro a piacevoli intrecci fra gli strumenti, in particolare organo, chitarra acustica e basso e vi è una sezione strumentale strumentale piuttosto rilevante con il tastierista Ryo Okumoto in grande spolvero, in particolare con il synth. Ed infine la ancor più lunga "Waiting For Me", direttamente firmata dai fratelli Morse e caratterizzata da un ritmo ed una melodia decisamente fresca e vivace e da una buona parte lenta centrale. Discorso a parte merita "Submerged". Firmata da Leonard è un brano che si può definire tranquillamente pop-rock. Della cosa non c'è da sorprendersi perché in tutti gli album degli Spock's Beard, escludendo il debut, c'è sempre stato almeno un brano più semplice ed orecchiabile lontano dalla complessità degli altri. Tuttavia questo brano tende a lasciare il segno: dopo la strofa tranquilla e rilassata infatti irrompe un ritornello incredibilmente solare, con una chitarra piuttosto energica. Un brano dal sapore quasi alternative-rock, potrebbe ricordare le canzoni di Alanis Morissette o quelle più soft degli Hoobastank (non verrebbe difficile ricordare una "If I Were You"), perfino quelle dei Nickelback, insomma un brano inusuale per la band, che dimostra come Ted Leonard, sebbene in questa sua prima release si sia limitato a sposarsi con lo stile della band, può veramente portare una ventata di freschezza alla band ed aprire un nuovo corso se gli viene concesso più spazio come compositore. In più si attende non poco l'uscita del nuovo album della sua band principale, gli Enchant, che sembrano finalmente intenzionati a tornare a ormai dieci anni dall'ultima release "Tug Of War". Per quanto riguarda invece l'altro nuovo innesto, il batterista Jimmy Keegan, la sua prestazione si rivela all'altezza di quella dell'uscente Nick D'Virgilio anche se forse appare un tantino oscurato, ma in futuro si spera si faccia sentire di più. Confermano le ottime prestazioni già fornite in passato gli altri musicisti, in particolare il tastierista Ryo Okumoto.

Venendo al giudizio finale dico che forse mi sarei aspettato un passo avanti più deciso e azzardato, ma anche limitandosi a coniugare passato e presente hanno sfornato un ottimo disco che risulta una buona colonna sonora di questa primavera 2013.

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