Come tutti sanno. . .
Nel 1974 i Genesis pubblicano ''The Lamb Lies Down On Broadway'', un meraviglioso concept album, in cui la personalità del leader Peter Gabriel travolge tutti gli altri membri del gruppo. In seguito Gabriel abbandona e viene rimpiazzato dal batterista Phil Collins. Questa formazione a quattro darà alla luce ancora a due dischi al livello dei precedenti, ''A Trick Of The Tail'' e ''Wind And Wuthering'' e pubblicherà il live summa della loro carriera, ''Seconds Out''.
Come pochi sanno. . .
Nel 2002 gli Spock's Beard pubblicano ''Snow'', un meraviglioso concept album, in cui la personalità del leader Neal Morse travolge tutti gli altri membri del gruppo. In seguito Morse abbandona e viene rimpiazzato dal batterista Nick D' Virgilio. Questa formazione a quattro darà alla luce ancora a due dischi al livello dei precedenti, ''Feel Euphoria'' e ''Octane'' e pubblicherà il live summa della loro carriera, ''Gluttons For Punishment''.
Ok. . . forse il paragone con i mitici Genesis è un po' azzardato. Però ci tengo a dire che gli Spock's Beard sono veramente un ottimo gruppo. . . una delle poche band contemporanee in grado di attingere dal vero prog-rock degli anni '70 e fonderlo, con maestria, con elementi di hard rock.
Ora passiamo al disco. Gluttons For Punishment è un doppio CD live, uscito nel 2005, che immortala nel migliore dei modi il tour di ''Octane''. La performance, a dir poco straordinaria, è messa il risalto da un'incisione di primo livello.
Il CD 1, praticamente, riproduce l'ottimo ''Octane'' in versione live.
Escludendo una breve introduzione, la prima traccia che incontriamo è The Ballet Of The Impact. Si tratta di un pezzo imperdibile: introdotto da delle note di mellotron che ricordano non poco Watcher Of The Skies dei Genesis, si prosegue prima con una parte di chitarra elettrica molto tirata. Il tutto sfocia in una meravigliosa ballata dove il pianoforte e leggeri effetti di tastiera prendono il sopravvento. I Wouldn't Let Go è un'altra ballata più tradizionale: questa volta in primo piano ci sono la chitarra acustica e la bella e spigolosa voce di D' Virgilio. Si cambia subito genere con il potente hard rock di Surfing Down The Avalanche, presentata da un graffiante giro di basso di Dave Meros e da una chitarra mozzafiato. Si prosegue con She Is Everything: buono l'ingresso della canzone con leggeri tocchi di tastiera e di flauto (sintetizzato), ma dopo il pezzo si trasforma un po' in un clone della genesisiana Your Own Special Way. . . insomma non proprio il massimo della vita!
Il giro di boa del primo cd è Climbing Up That Hill, una canzone di stampo rock tradizionale, carina ma nulla di trascendentale. Letting Go è breve strumentale dove il virtuoso tastierista Ryo Okumoto si cimenta, con successo, in sonorità nuovamente vicine a Watcher Of The Skies. Dopo questi ultimi tre brani che sanno un po' di riempitivo, si ritorna su ottimi livelli con Of The Beauty Of It All che riprende il tema di The Ballet Of The Impact. La traccia seguente è invece l'unica del CD 1 che non proviene da ''Octane'': si tratta della meravigliosa Harm's Way risalente al 1998. Grande apertura, tratti di chitarra che talvolta imitano le sonorità dei Pink Floyd, e Ryo Okumoto che spadroneggia davanti alle tastiere. . . . insomma un pezzo assolutamente da ascoltare. Chiude il CD 1 NWC che viene trasformata in una piacevole jam-session dove tutti i musicisti mettono in luce la loro bravura.
Il CD 2, invece, ripropone pezzi più vecchi.
L'apertura è affidata alla lunga suite At The End Of The Day. Questa versione surclassa ampiamente quella in studio (uscita sul disco ''V'' nel 2000) ed anche Nick D' Virgilio, mettendoci molto del suo, non fa rimpiangere l'assenza di Neal Morse. Un pezzo, insomma, memorabile, che da solo può giustificare l'acquisto di questo live! Segue la meno conosciuta The Bottom Line, dove gli Spock's Beard mescolano con rara maestria passaggi hard rock con momenti più soft (tant'è vero che la chiusura del brano è totalmente acustica). Magistrale è anche l'assolo di tastiera del virtuoso Ryo Okumoto (Ryo's Solo) che si improvvisa novello Emerson. Ad un'introduzione che oscilla tra lo space-rock ed il rumorismo, segue una meravigliosa partitura per pianoforte.
Il Ryo's Solo prosegue nell'ottima Ghosts Of Autumn, un'altra ballatona di classe dal sapore vagamente pinkfloydiano (specialmente nell'assolo di chitarra di Alan Morse). As Long As We Ride è un altro grande esempio di come gli Spock's Beard sappiano cambiare di ritmo più e più volte senza compromettere l'equilibrio di una composizione: si passa dall'introduzione acustica ad una parte centrale in puro stile hard rock con un ritmo martellante, dove tastiera e chitarra elettrica svolgono degli intrecci veramente sopra le righe. La chiusura dei questo è affidata alla composizione più ambiziosa del gruppo, la suite The Light (risalente al loro primo album, intitolato appunto ''The Light'', del 1995) dove la band mischia con un'invidiabile disinvoltura progressive, hard rock, pop ed addirittura musica latina. Nick D' Virgilio furoreggia: canta col microfono, canta col megafono e nel finale duetta con il secondo batterista, presenta la band e saluta il pubblico. . . Considero quindi The Light (il terzo highlight del disco, assieme a The Ballet Of The Impact e At The End Of The Day), il miglior modo per chiudere questa ora e mezza di viaggio nella pura musica.
Concludendo, mi sento di consigliare questo ''Gluttons For Punishment'' a tutti coloro che amano sia il prog che l'hard rock. Ci troviamo infatti ad un prodotto all'altezza del nome di questo grande gruppo. . . un prodotto che surclassa ampiamente 3/4 della musica prodotta al giorno d'oggi.
Assolutamente da ascoltare. . . .
Elenco e tracce
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