Lo so! C'è ben poco da scrivere su un simile progetto. Cacofonia e dolore: queste due parole bastano e avanzano!

Eppure qualcosa, ascoltando tale release, si può aggiungere. Forse perchè in preda a qualche forma di delirio o forse perchè semplicemente sbigottiti di fronte a questo olocaustico chiasso.

Cominciamo dal moniker: Stalaggh, ahimè, richiama alla mente un bruttissimo periodo del secolo appena trascorso. Ma non fatevi ingannare dalle solite apparenze. Questo non è un gruppo neonazista o un gruppo fautore di qualche folle, quanto stupido, ideale "suprematista". La prova di quello che ho appena scritto, infatti, ci viene fornita dal nuovo nome del combo: Gulaggh.

Chi si cela dietro questi nomi inquietanti? Non è possibile dirlo con esattezza. Secondo alcuni si tratta, in realtà, di uno psicopatico sodalizio tra musicisti industrial e black metal tedeschi. Secondo altri, invece, si tratta dell'opera di un pazzo (del quale, onestamente, non ricordo il nome) che ha deciso di concludere la sua breve esistenza schiantandosi con un auto contro un muro. Dopo avere, sempre secondo la leggenda, accoltellato mortalmente la madre.

Inutile dire che credo alla prima versione! La seconda, oltre che di pessimo gusto, appare estremamente pittoresca e spudoratamente sensazionalistica.

Ma che cosa sentirete in questo "Projekt Misanthropia"? Solo urla, rumoracci, versi animaleschi e grida di dolore. Ben trentacinque minuti dedicati ad un simile ed infernale supplizio. Paragoni? Forse una sintesi tra il rumore bianco di Merzbow e le espressioni più sperimentali di certo Black Metal.

Il lager tedesco come il gulag sovietico: mattatoi contemporanei che, assieme all'atomica e alle prigioni di Guantanamo, ben rappresentano il sadismo animale ancora vivo e vegeto nella natura cosidddetta umana. Cosa aggiungere d'altro?

Elenco e tracce

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