Ben sei recensioni sull'ultimo mediocre album dei Muse e manco mezza sugli Starfucker? Ma che vergogna, non è assolutamente poss... anzi no, tanto meglio, la scrivo io e ne rivendico la primogenitura: lo so che non bisognerebbe valutare un disco per la sua copertina, però anche l'occhio vuole la sua parte ed una cover surrealista del genere è qualcosa di iconico, da galleria delle belle arti: due bambini con le guance rosse, che guardano con aria stranita un paesaggio desolato, probabilmente alieno, sullo sfondo un cielo plumbeo in cui volteggiano pterodattili rosa. Aggiungeteci un titolo intrigante ed evocativo come "Reptilians" ed avrete abbastanza ingredienti per suscitare interesse e curiosità, che verranno ampiamente ripagati perchè questa meravigliosa copertina non è uno specchietto per le allodole ma la perfetta veste grafica per un disco che, senza mezzi termini, è una meravigliosa, fresca ed innovativa nuova proposta in campo pop, con personalità e classe da vendere.

Ultimamente tra le "nuove leve" del pop hanno ottenuto visibilità ed airplay massiccio gentaglia come gli Hurts e perfino i tremendi Empire Of The Sun, nullità ontologiche che rubano spazio ad artisti ben più meritevoli di attenzione come appunto i nostri Starfucker, band originaria di Portland formatasi nel 2007 ed in particolare questo secondo album datato 2011. A differenza dei singoli delle me(r)diocrità di cui sopra le canzoni di questo gruppo mal si prestano ad essere diffuse dagli altoparlanti di supermercati ed affini: sono pop, smaccatamente pop e splendidamente ballabili, coinvolgenti, però quelle atmosfere oniriche e visionarie, quasi spaziali, mal si prestano alle orecchie di gente abituata ad alternare Madonna e gli Oasis a Ligabue e Pausini come semplice ed insignificante sottofondo. "Reptilians" come sottofondo non va assolutamente bene, è un disco che richiede di essere vissuto intensamente. È un disco strutturalmente solidissimo, in cui tutte le canzoni remano nella stessa direzione per formare un unico musical trip di quaranta minuti circa, dando l'impressione di ammirare stelline dai colori psichedelici che brillano ad intermittenza continua su una volta celeste sgombra di nubi. Voce pseudo-infantile e sintetizzatori a tutto spiano, questo è il binomio vincente di "Reptilians", che produce delle autentiche gemme come l'eterea e svolazzante opener "Born",  l'unico episodio in cui le minacciose nuvole della copertina sembrano distanti e lontane, l'epica dance ultraterrena di "Julius" e "Millions", i riflessi psichedelici di mantra come "Bury Us Alive" e "Astoria", il pathos riverberato di "Mystery Cloud", un power-pop rivisto ed anestetizzato come "Death As A Fetish", la lieve malinconia di "Reptilians", bellissima melodia semiacustica e quasi retrò e per finire una exit-music strumentale il cui titolo è tutto un programma, "Quality Time".

In certi episodi il disco manca un po' di consistenza a livello di songwrting per essere considerato un capolavoro ma l'atmosfera e la personalità compensano perfettamente questa lacuna. Se dovessi associarlo ad un elemento "Reptilians" sarebbe sicuramente l'aria però c'è anche del fuoco, della passionalità e della sensualità, subliminali ma ben percepibili. Secondo me se Donovan fosse nato nel 1990 circa la sua musica sarebbe più o meno come quella degli Starfucker, stesso talento nel concepire melodie furbe e suadenti che a tratti sembrano quasi filastrocche, ma con classe immensa, anche a livello vocale non siamo poi così lontani e come perfezione strutturale e come omogeneità perfetta ed organicità del suono "Reptilians" si può accostare a "Wear Your Love Like Heaven". Lo spirito per me è lo stesso anche se ovviamente gli ingredienti e le sonorità sono diversi: un po' di new wave, syth pop, glitch, elettronica e psichedelia al servizio di una dance futuribile e stilosa. Chapeau e complimenti vivissimi, se li sono meritati in pieno.

Elenco tracce e video

02   Julius (03:48)

03   Bury Us Alive (03:10)

04   Mystery Cloud (04:26)

05   Death as a Fetish (04:15)

06   Astoria (02:42)

07   Reptilians (02:48)

08   The White of Noon (04:25)

09   Hungry Ghost (02:09)

10   Mona Vegas (03:38)

11   Millions (02:34)

12   Quality Time (02:58)

13   Slow Dance (03:45)

14   Recess Time (02:21)

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