Pulviscolo sonoro

Una volta esistevano le cassettine. Un amico ti faceva una cassettina per farti conoscere un gruppo che secondo lui valeva la pena ascoltare. Tecnicamente erano pessime, con il rischio perenne che il mangianastri tenesse fede al suo nome e decidesse di risucchiare l'incisione. Poi, siccome molte le portavi in macchina per sentirle durante i viaggi, invetitabilmente la polvere si accumulava e le estati torride del bel paese finivano per sfuocare l'involucro di plastica.

Per molti anni la mia esperienza degli Stereolab si limitò ad una di queste cassettine che conteneva una sorta di best of dell'amico in questione, best of di brani fino al 1994 (era l'anno a cui risaliva). Da allora, nel 2001, ne era passato di tempo ma nonostante quei suoni oscuri e pulsanti mi avessero sempre affascinato non avevo mai comprato niente altro. Fino a che, chissà perchè, all'uscita di questo 'Sound Dust', mi decisi a prenderlo. E a lasciarmi conquistare finalmente dalla magia Stereolab. Fu amore a seconda vista dunque.

Purtroppo questo album assume a posteriori anche un altro significato importante nella storia del groop: fu l'ultimo inedito registrato da Mary Hansen, la corista (ma chiamarla corista è davvero limitativo) scomparsa l'anno dopo in un incidente stradale a Londra. Il disco è davvero bello: la voce di Laetita fluttua leggera come non mai tra i solchi; leggiadra e incantatrice, canta melodie soffici come la neve, inseguita dai controcanti fiabeschi di Mary, folletto privo di linguaggio che fa da contraltare ai teoremi vetero-marxisti di Laetitia. Ma forse ciò che colpisce ancora più di 'Sound Dust' sono i suoni: cosi precisi e puri da essere privi di materialità. La ricchezza delle particelle sonore, la corposità, la varietà degli arrangiamenti costituiscono il nucleo essenziale dell'opera, il suo fascino e la sua chiave di lettura.

"Sound Dust" non è un disco di canzoni, potrebbe trattarsi di un unica lunga suite che si sussegue per 63 minuti, una suite organica ma non ripetitiva. Anzi, per chi accusa gli Stereolab di non essersi mai evoluti basterebbe confrontare gli album del passato con questo dove la ripetizione è un idea musicale totalmente assente. Pare anzi che Tim Gane abbia davvero voluto fare qualcosa di nuovo e costruire l'album in modo da privilegiare le variazioni: di ritmo, di arrangiamenti e di melodie.

"Sound Dust" è un disco che accarezza l'ascoltatore, lo invita a un viaggio, lo seduce in una terra di sogni e poi lo abbandona sorpreso, sprovvisto di direzioni, tra il pulviscolo sonoro.

Elenco tracce testi e samples

01   Black Ants in Sound-Dust (01:58)

02   Space Moth (07:35)

03   Captain Easychord (05:33)

Let live what must live, die what must die
Birth comes with a death, comes with a rise

Ne retenez pas, résistez pas
Faites vivre ce qui, ce qui doit vivre
Laissez mourir ce qui doit mourir

There are two sides to one's same thing, there are two sides
Breathing is like a tide rolls in, then retires

Foster the frank questions

The plants in my garden,
Flourish, seed and perish

04   Baby Lulu (05:13)

Dive in, the heart of extremes,
All assembled in a style,
Extremes reconciled
Improvisation

Rational and poetical, summing up contradictions
Lyrical departure
Formal unity
All in one

Intimate sensuality
Big and cold non places of concrete
Art and social action
Freedom and control
All in one

Utopia and reality,
Hand in hand all this way
Dedicate to change that it can't bring about

It failed but succeeded
It failed but succeeded

05   The Black Arts (05:12)

I need somebody
I feel so lonely
somebody to share
my scarcity
all cut from the world
(I need somebody)
unrelated
(I need somebody)
(I need somebody)
this time I need somebody
(I need somebody)
to be family
(I need somebody)
(I need somebody)
some to inspire
(I need somebody)
the dying fire
(I need my body)

surrounded
the world
on top
disconnected
digging my soul
holding my breath
to repossess

I need somebody
(I need somebody)
I feel so lonely
(I need somebody)
this time I need somebody
(I need somebody)
to be family
(I need somebody)
some to inspire
(I need somebody)
the dying fire
(I need my body)

my heart
my heat
my sweat
my feet
I bleed
my bones
and my blood too
need somebody
is my body

06   Hallucinex (03:55)

07   Double Rocker (05:33)

Oui tu es le bonheur
Le morceau de beurre
Qui rend la vie si
Délicieuse

Ouvrir ton coeur, ouvrir mon coeur

Excuse-moi, j'ai tant résisté
Notre mirroir, m'a tant appeurée

C'est toi qui lui donne
Son gout profond

Ouvrir ton coeur, ouvrir mon coeur

La peur me quitte,
Je peux me livrer.
Je peux sentir et enfin t'aimer...

La chaleur monte dans l'abdomène,
Tu l'alimentes et le feu se réveille

J'étais de glace dans la glace, complètement à la masse

Le feu crépite,
Il a trouvé les os
Les flammes s'agitent
Elles me redonnent force

La chaleur grandissante, m'a faite fondre, me délivre

08   Gus the Mynah Bird (06:10)

A military regime in democratic disguise
that lies in all impunity
that takes apart what it took
people years to build
public institutions
that promised a decent life

self-determination should be a fact
not essentially a right

there are the lobbies
insurance companies
who want to change the whole country
into a vast commercial counter
for the pure consumer
the promise to give the generals a better place

self-determination should be fact
in the face of corruption

09   Naught More Terrific Than Man (04:10)

10   Nothing to Do With Me (03:38)

11   Suggestion diabolique (07:52)

12   Les Bons bons des raisons (06:43)

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