Steven R. Smith è un compositore californiano legato al variegato mondo della psychedelia.
Il connubio California-psychedelia non deve però trarre in inganno: Smith ha poco a che vedere con la riproposizione di stilemi della psychedelia sixties.
“Owl” è un album profondamente terreno e umano, dalle atmosfere rarefatte più che oscure, contraddistinto una psychedelia lontana da derive cosmico-siderali.
Smith fa tutto da sé, utilizzando solo chitarra e, per la prima volta in una sua opera, voce. Gli inserti vocali disseminati qua e là non appesantiscono e, pur trascinandosi con indolenza, danno maggior respiro all’insieme.
Si parte con una doppietta dissonante e claustrofobica (“Across the Flats” e “The Pity of All Things”), poi il mood si affievolisce con il folk di “Whistling” e la dilatazione oscura di “The Tree King”. Il cerchio si chiude con “Upon” che coniuga l’anima aspra e quella tenue presenti in “Owl”.
Per un neofita questo potrebbe essere il punto di partenza ideale per districarsi nella sua prolifica discografia.
“I gufi non sono quello che sembrano”
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