La prima volta che ho visto Algol, me l'hanno indicata dietro le colline, già visibile sopra la striscia di fuoco morente del crepuscolo: attendeva di dominare nel buio quella zona del cielo.

La seconda volta l'ho riconosciuta in alcune illustrazioni: Stupidi Cosmonauti (incauti, ignari!) stavano avvicinando un'enorme massa antimaterica chiamata, nelle "Duemila e Una Notte", la Stella del Demonio. Pregavano, ma la religione era priva di senso in quelle remote regioni del cosmo.

La terza volta, infine, l'ho osservata dall'oblò della mia nave. I viaggiatori non erano mai arrivati così distante e in quel Nulla fluttuavano scorie di trasmissioni radio inviate dai nostri antenati. La doppia stella luciferina curvava lo spazio-tempo e lentamente la nostra ellisse, geodetica di uno spazio incomprensibile, ci portava verso Algol.

Il vinile eterno, lanciato nello spazio a bordo del Voyager NASA, immagina nebulose troppo oscure per i Corrieri Cosmici e particelle troppo pesanti. Insieme ai Blown Out sta già uscendo dal Sistema Solare (sintetizzatori vintage correggono i moti rotatori) su una traiettoria che interseca e a volte tange quelle di Brian Eno, Tangerine Dream e Pink Floyd. La sonda ignora i gravitoni e la relatività generale ma segue le semplici leggi della psichedelia rarefatta.

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