Inizio questa recensione non con il mio solito incipit, anche se potrei, ma premettendo che fino a un annetto fa ero un grande fan dei sum 41 (ero anche emo, pensate voi) ma poi ho aperto gli occhi e ho capito che forse un po mi sbagliavo. Ho capito tutto ciò con questo album. Diciamo che i miei globuli rossi e le mie vene hanno un debito con i Sum 41

I Sum 41 sono un promettente gruppo Canadese, (Etimologia del nome: SUM: summer, si sono formati in estate, 41: il loro QI sommato e moltiplicato x 7, ora che Dave li ha lasciati dovrebbero essere i Sum -123) e sono famosi per passare da sonorità hardcore punk quasi metal a canzonette pop punk che assomigliano da vicino a uno stronzo di tom delonge dopo un banchetto di ostriche andate a male. E mi riferisco a questo album in particolare. Notiamo già dalla copertina i colori pseudo emo che hanno preso da Avril Lavigne, l'errore di Dio e mogliettina cara del frontman Whilbley. La copertina raffigura quest'ultimo mentre sputa, che è stata la mia reazione dopo aver ascoltato l'album per intero. Solo che io ho sputato sui mille pezzi del cd rotto a terra, uno per uno.

Ma ora passiamo alla recensione di questo capolavoro, che paragonerei ad un secondo "Load" (il prossimo album si chiamerà "Overclass Hero", oso supporre). Diciamo pure che questo cd mi ha fatto venire voglia di fare headbanging già dalla prima canzone, ma con una placca di metallo spesso 5 cm fissata sulla fronte e a distanza ravvicinata con la testa dei Sum 41.

L'album inizia con la title track, non ho capito di cosa cazzo parla, so solo che l'intro di chitarra mi sembra la scoreggia che ha mollato Jack Black quando faceva i Cicciabomba in Tropic Thunder. La seconda canzone, a giudicare dal video, parla di un robot barbone che si aggira per le strade di una città deserta, perde la metro, si inceppa e cade dalle scale mobili. Di sicuro un significato profondo e serio, uno dei migliori dei sum.

"Speak Of The Devil" parla di come sono state scritte le canzoni di quest'album e "Dear Father" parla del papà di Derick che lo ha abbandonato. Credetemi, lo avrei fatto anche io. "Count your last blessings" si presenta con un intro di piano. Non so come va avanti perchè ogni volta che arrivo qua cambio canzone. Non la sopporto.

"Ma poubelle" è la canzone più bella e significativa dell'album, tutta in francese, significa Il Ballo dei celebrolesi. Rispecchia l'animo dell'intero cd, Derick canta mentre sta cagando. "March of the dogs" è un'evidente citazione allo sciopero contro la riforma della Gelmini. "The Jester" veramente mi da sui nervi con il suo LA-LA-LA-LA. Insopportabile.

"With Me" è il terzo singolo dopo le prime due tracce, ci fa capire a che punto sono arrivati i sum nella scala del degrado. Mi fa piangere. Passiamo avanti con "Pull The Curtain" e "King of Contradiction". La prima è una copia incolla delle canzoni precedenti, la seconda è un peto prolungato di cone.

"Best Of Me" è la traccia 12, è allegra come un triplo funerale con due incidenti d'auto. Spero non sia quello che Whilbey e gli altri hanno dato in questo cd. "Confusion and Frustration in modern times". Un nome, un programma. Hai già mal di testa a leggere il titolo, figurati dopo. "So Long Goodbye", l'ultima traccia esclusa la bonus, è quello che ho detto ai sum e al punk dopo questo album. "Look at me" è la bonus track, l'apice della merda, sembra una canzone di Simon & Garfunkel.

Per concludere, consiglio di ascoltare il cd mentre si sta leggendo la recensione, funziona. Farete una cagata di gusto dopo...  Addio sum 41 e buona fortuna Brown Brigade!

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