Fine luglio 1999.
Ho ormai dimenticato la tensione del nuovo Esame di Stato e mi trovo a Torino stringendo la ragazza di cui sono pazzamente innamorato. Più precisamente sono di fronte a un palco all'aperto con altre poche persone incuriosite. Lei mi parla di questo gruppo, a quanto sia vicino a lei nella schiettezza dei testi. Io le credo. Come potrei fare altrimenti?! È così che ho conosciuto i Sushi. Tra il concerto e la successiva chiacchierata con Alessandro Bavo nel bar adiacente.
Ci siamo fatti i complimenti a vicenda per la capigliatura anni '80 e mi ha offerto un sorso del suo cocktail. Entrambi alti 1.90 e capelloni potevamo sembrare fratelli. Gli presento la mia ragazza che gli chiediamo una copia del cd. Lui ne porta due, si propone di farci una firma con dedica e ci parla del progetto con grande umiltà e naturalezza. È proprio Alessandro il tastierista che si occupa di scrivere i testi di tutte le canzoni che poi vengono cantate dalla sorella Otti. Testi stupendi, parole semplici per descrivere delusioni, libertà, semplicità, speranze, ricordi, incompletezza di se stessi. Concetti alla base della nostra vita e per questo motivo molto complessi, spesso non trattati, specie nel panorama italiano. Inutile dire che non sentiamo parlare di moda, sesso e volgarità. Solo sentimenti evidentemente vissuti profondamente. Le basi sono prevalentemente elettroniche, radiofoniche, canticchiabili. È questo uno dei motivi che lo rendono ancora oggi sconosciuto a molti.
La Mescal non comprendendo il vero messaggio dell'album ha voluto lanciarlo con un singolo allegro proponendo "Viaggio in Cina" dal testo stupido/banale che poteva avere solo un anno di vita considerando il ritornello "stacchiamo per un viaggio in Cina nel 2000, non conosco un'altra alternativa...". Mai un tour promozionale in giro per l'Italia. Solo un videoclip ORRENDO che non c'entrava niente con il pezzo in questione intitolato "24 ore", uscito tardi, quasi a un anno di distanza dall'album mal distribuito. Un altro motivo che ha avuto il suo peso è, devo ammetterlo, l'interpretazione di Otti: voce comune a molte ragazze e che niente offre a livello di potenza o varietà.
Che dire? Sono molto legato a questo cd. Mi ha regalato emozioni e ancora lo ascolto volentieri. Non me ne vogliate se gli conferisco 4 stelle.
"Allargo le braccia, spalanco il mio cuore alla vita ma è sempre un ordine di follia" (dal brano "Se")
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