Mare, mare, mare voglio annegare / portami lontano a naufragare / via, via, via da queste sponde / portami lontano sulle onde... ("Summer On A Solitary Beach", Franco Battiato)

Nel mare magnum delle proposte alternative-indie-experimental-canadian-rock, "Images de Futur" (pubblicato nel 2013 dopo la prima uscita del 2010 "Zeroes QC") appare come una gigantesca onda anomala di prorompente bellezza.

Si inizia dal rabbioso caos di "Powers of Ten" ma tutto ciò che viene dopo è invece ordinata delizia per i timpani: ottime le melodie del cantato, eccellenti gli arrangiamenti, trascinanti le ritmiche. Il tutto contribuisce a creare un'opera elegante e ammaliante dove la fusione a freddo tra atmosfere kraute, psichedelia acida e dilatazioni elettroniche regala una serie di incubi ipnotici dall'effetto straniante. E' come chiudere gli occhi e lasciarsi dondolare, sotto la luna, su una piccola barchetta nel bel mezzo del Pacifico.

Album maturo, completo e ossessivo che può ricordare l'esordio degli Alt-J o i Radiohead più elettronici, un (capo)lavoro tridimensionale e liquido che assorbe totalmente l'ascoltatore grazie al suo minimalismo disturbato e disturbante.

Spesso perdersi in quell'immenso mare che è l'indie degli anni zero può rivelarsi terribilmente noioso. E' incontrare maestose onde di tale fascino che ridà un senso a tutto il viaggio.

Il futuro è adesso.

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