Bologna, 1967, interno di una birreria: Giorgio (Elio Germano che recita con un credibile accento bolognese) è un giovane ingegnere che insieme ad alcuni amici sta festeggiando con goliardia il superamento dell'esame di stato. Tra questi c'è Maurizio (Leonardo Lidi), che sembra essere l'amico più intimo: anche lui ha appena superato l'esame, è ubriaco da un po', passa da un boccale all'altro.

Dopo essere stato sconfitto in una scommessa, Giorgio si sta apprestando a cercare di baciare una ragazza per pagare pegno, quando vede Gabriella, la sua ex. Finita la festa, i due si trattengono per bere un'altra birra e chiacchierare un po'. Tra i due la storia per uno strano motivo: era terminata per un televisore fatto esplodere nella casa della famiglia di Gabriella (Matilda De Angelis) a causa di un tubo catodico capriccioso. Ecco chi è Giorgio, un folle inventore.

Infatti questa non è che una delle avventure di Giorgio con la tecnologia. Negli ultimi anni Giorgio ha infatti creato una macchina con cui sta finalmente andando in giro per Bologna. Con la macchina riaccompagna Giulia a casa, ma, poiché è senza targa e senza libretto, i due vengono portati in caserma.

Per questo Giulia si infuria e, da perfetta esperta di diritto, si scontra con Giorgio e con la sua creativa idea di libertà assoluta. I due escono dalla questura e si separano nuovamente.

Giorgio prova a impegnarsi in un lavoro “normale", ma i sogni e i pensieri lo fanno fallire miseramente.

Quali sono i suoi sogni? Creare una società totalmente indipendente, girare con la sua macchina non può dipendere da un foglio di carta. Dove crearla? In mezzo all'Adriatico, fuori dalle acque nazionali. Come crearla? Semplice, lui e Maurizio sono due ingegneri ingegnosi e decidono di provarci. Dopotutto a loro bastano alcuni calcoli.

Portano dei tubi vuoti, li fanno immergere in verticale e su questi poggiano una piattaforma.

La vita dell'isola sarà breve e folgorante come la vita di una rockstar.

Le vicende dei nostri sognatori sono accompagnate dalle musiche originali di Michele Braga che rievocano le musiche piene di speranza degli anni del miracolo economico italiano ormai agli sgoccioli.

E pieno di speranza è il film di Sidney Sibilia, l'isola delle rose, che non è un capolavoro, ma ha il merito di raccontare una bella storia, una storia ingiustamente dimenticata dai più: la storia di un amore, la storia di un sogno e la storia di una vittoria nella sconfitta.

Carico i commenti... con calma