Ah, la prima recensione! Dopo tanto ascoltare ho deciso di stendere le prime righe per provare a raccontare quello che ascolto e le emozioni che provo. Premetto che parlerò solo di dischi non ancora recensiti in questo sito a parte rare eccezioni. Per parlare dell'album in esame mi concedo una breve introduzione ai dischi immediatamente precedenti per far capire, a coloro non li conoscessero, di cosa stiamo parlando.
Nel 1972 i Tangerine Dream pubblicano Zeit. Album monumentale sia per la quantità che per la rivoluzione della musica in esso presente. Esso segna un passo che avvicina i Tangerine Dream alla musica d'avanguardia della seconda metà del novecento, un passo che li accosta ai vari pioneri elettronici dei 60-70 (David Tudor, Morton Subotnick, Klaus Schulze e altri) non tanto per la similitudine della musica proposta quanto per la volontà di usare le nuove tecnologie per creare qualcosa di nuovo. In questa uscita il gruppo decide di abbandonare le convenzionali strutture armoniche e melodiche a favore di musica senza schemi precisi, che non porta certo a facili emozioni ma che fluttua nello spazio e nel tempo andando a scolpire l'intimità dell'uomo. La proposta è di difficle comprensione per il pubblico del rock tanto che, già dal successivo Atem, il sound varia verso sonorità leggermente meno ostiche. La title track rappresenta a mio parere la summa dell'arte Tangerina: il crescendo di mellotron e percussioni dei primi sei minuti e la staticità della seconda parte sono l'apice della musica proposta dal gruppo che, una volta approdato in casa Virgin, virerà verso sonorità più melodiche.
Negli stessi anni i Tangerine Dream dimostrano di aver vena creativa non solo in studio ma anche sul palco. Infatti, nonostante il primo album live uscito ufficialmente sia Encore, nel 1977, le registrazioni effettuate dai fans durante i tour del 72,73, 74, 75 e oltre, sono state raccolte, rimasterizzate e pubblicate in alcune serie di "fans releases" sotto il nome Tangerine Tree e Tangerine Leaves. La qualità audio di queste uscite non è ovviamente al livello degli album ufficiali poichè le attrezzature di registrazione utilizzate non erano professionali. Il livello qualitativo varia molto da volume a volume a seconda della fonte e, in generale la serie Tangerine Tree raccoglie registrazioni di miglior qualità rispetto a quella Tangerine Leaves.
Le più interessanti sono quelle che che comprendono i tour effettuati prima del 1976. Nei live dei primi anni, infatti, i tre propongono ore di musica elettronica completamente improvvisata in cui il ruolo dell'ascoltatore è messo in primo piano. Froese non vuole ripetere ad ogni esibizione qualcosa di già scritto, vuole andare oltre, vuole superare il limite che intercorre fra esecutore e fruitore. L'esito dell'esperienza musicale sarà positivo non solo per la bravura tecnica e creativa dell'artista ma anche per la capacità dell'interprete di tradurre ciò che assimila per la prma volta in emozioni.
Il 10 ottobre 1974, Froese, Baumann e Franke propongono 43 minuti di musica metafisica, ostica, che si rifà alla stasi di Zeit resa però dal mellotron di Atem. 43 minuti in cui l'angosciante mellotron abbozza linee melodiche che subito abbandona, accompagnato da gorgoglii di synth che sembrano nascere e morire nel vuoto che li ha generati. Ci sono piccoli pieni strumentali ma anch'essi sono fuggevoli, ci abbandonano non appena proviamo a seguirli, non vogliono essere ricordati, non vogliono emergere dal flusso monotono dell'opera. E' musica che non si può descrivere a parole perchè scorre senza esaltare, senza imprimersi saldamente nella memoria dell'ascoltatore e può essere goduta solo se affrontata con la giusta attenzione. Per amare le prime opere dei Tangerine bisogna avere la capacità di apprezzare le piccole cose. Le piccolissime variazioni che affiorano dal monolite di sottofondo diventano perturbazioni che solo l'orecchio più fine può riconoscere ed elevare a forza trainante per proseguire e rendere piacevole l'ascolto.
Un'opera che apprezzeranno tutti gli amanti dei Tangerine pre-Phaedra e anche un'ottimo punto per cominciare ad esplorare queste uscite curate dai fan. Questo volume infatti è senza dubbio quello con la qualità audio migliore (del tour del 74) e l'ultimo in cui non è ancora presente il sequencer, strumento che caratterizzerà tutti i loro lavori successivi. L'album è stato pubblicato anche ufficialmente, assieme ad altri live, nella raccolta " Bootleg Box Set Vol.1".Mi prenderò la briga di recensire altri volumi di questa serie ( quelli che ritengo particolarmente importanti) ma intanto vi lascio il compito di godere questo, buon ascolto!
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