L'album più bello della storia del rock, 10 canzoni che avrebbero potuto essere 10 singoli, come nel caso di "Ten".

Temple of the Dog (nome scelto da un verso di una canzone dei Mother Love Bone) è il risultato della collaborazione tra membri di Pearl Jam (Eddie Vedder, Mike McCready, Stone Gossard e Jeff Ament) e Soundgarden (Chris Cornell e Matt Cameron).
I cantanti più ispirati e vocalmente dotati del periodo grunge, i due chitarristi per eccellenza e "Il batterista" non potevano fare altro che partorire questo capolavoro uscito nel 1991 per iniziativa principalmente di Chris Cornell, autore dei testi e di gran parte della musica, compagno di stanza di Andrew Wood (a cui il disco è dedicato), cantante dei sopracitati Mother Love Bone, scomparso prematuramente per una fatale overdose.

"Say Hello 2 Heaven", ballata elettrica di grande intensità unita ad un testo commovente, fa già capire il valore dell'album, su tutto svetta la voce di Cornell che raggiunge una maestosità e una potenza devastanti nel finale.
"Reach Down", con i suoi undici minuti è un acid rock/blues, dove le chitarre si intrecciano a tal punto da parlarsi vicendevolmente (grandissimi Gossard e McCready nell'assolo di oltre cinque minuti), Cornell ci mette il suo nel finale alternandosi ad un coro simil gospel e dando prova di possedere una delle più grandi voci mai sentite. Si può considerare uno dei 10 migliori pezzi mai scritti nel panorama musicale di tutti i tempi.
In "Hunger Strike" duettano Vedder e Cornell, (si fa un pò fatica a distinguere i due nelle parti basse), mentre nel ritornello Chris alza il tono per poi esplodere nel finale alla sua maniera stentorea. Il pezzo più bello e sentito.
"Pushin Forward Back" è la traccia più movimentata, le chitarre sono potenti e ritmate, Cameron è un martello, e Cornell condisce il tutto degnamente.
"Call Me a Dog" è la canzone che forse mi ha emozionato di più, per l'intensità di esecuzione e per l'acuto dopo la seconda strofa, Chris lascia perplessi per le tonalità che può raggiungere a voce piena. Grandissimo.
Si passa a "Times of Trouble", bellissima ballata con inserimento di pianoforte (compare anche in "Call Me a Dog", "All Night Thing" e organo in "Four Walled World" suonato da Rick Parashar), pezzo presente anche con il nome di "Yellow Leadbetter" nell'album B-sides "Lost dogs" dei Pearl Jam, cantata solo da Cornell che qui pecca un pò di protagonismo forse.
"Wooden Jesus" si apre con un giro di batteria difficile da capire che rende omaggio al drummer dei Soundgarden prima e Pearl Jam ora. Secondo me i due cantanti duettano ancora, ma la collaborazione di Vedder non compare. Terza traccia più bella dell'album.
"Your Savior" è forse la canzone che meno ho apprezzato, tranne quello che Cameron fa nel finale. Passaggi di batteria bellissimi, incredibilmente legati e differenti, che contraddistinguono il suo stile unico.
"Four Walled World" è un omaggio alla voce di Cornell che non ha paragoni, mentre "All Night Thing" chiude degnamente l'album con l'ultimo saluto a Andrew.

Consiglio vivamente a chi ha amato il periodo grunge di ascoltare quest'album, l'opera omnia per eccellenza del movimento di Seattle. I musicisti avevano poco più di vent'anni e credo che pochi, a quell'età, siano in grado di possedere tale genialità creativa e comporre canzoni di tale forza evocativa. Dedicato a tutti coloro che ritengono il Grunge come un pallido movimento inutile che non ha lasciato alcun segno nel panorama musicale.  

Mi scuso se è già stato recensito, ma volevo dire la mia su un album che ha accompagnato un periodo difficile della mia vita, notti insonni e giornate buie, e mi ha insegnato a cantare...

Lo dedico ad un mio amico scomparso nel 1998, "Say Hello to Heaven" brother, R.I.P.

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