Non conoscevo questo film, ma quando ho letto sulla copertina il nome di Terry Gilliam e quello di Jeff Bridges non ci ho pensato due volte a spendere i 5 euro necessari per portarmi a casa il DVD. Una pellicola eclettica e quasi confusionaria nel suo incedere denso di colpi di scena e ricco di cambi di ritmo e genere (commedia, dramma, romantico, fantasia). Ma andiamo con ordine... Adoro Terry Gilliam. Quanto mi ha fatto scompisciare nei mitici Monty Pyton (ed in particolare in The Meaning Of Life, da lui diretto)!!! Tra le sue pellicole più famose ho apprezzato tanto anche il magnifico Brazil, l'esercito delle 12 scimmie ed il Barone di Munchausen.

La leggenda del re pescatore è tratto dal libro "Terra desolata" di T.S. Eliot. La trama vede l'intreccio involontario tra due vite: quella del disk jockey newyorkese del momento, tale Jack Lucas (Jess Bridges), con quella dell'ex professore universitario Parry (Robin Williams). La moglie dello studioso viene assassinata da un pazzo che fraintende l'ironico e freddo consiglio radiofonico di Jack elargito in diretta.
Il DJ non si capacita dell'accaduto e cade in profonda crisi. Lo ritroviamo a distanza di 3 anni in una vita mediocre, mentre trascina una storia d'amore spenta e triste.
La reazione allo shock di vedere brutalmente uccisa, senza un perché, la sua adorata moglie porta invece Parry inizialmente allo stato vegetativo e successivamente alla pazzia. Vive come un barbone in un mondo tutto suo, fatto di castelli, cavalieri, spasmodica ricerca del Santo Graal e fuga dal passato (rappresentato da un cavaliere "infuocato").
Jack dopo una delle sue solite sbronze, seguite da un casuale vagare, si trova nello slum di NY e viene salvato dall'aggressione di due malviventi grazie al prode intervento del cavaliere "Parry". Questi si convince che Jack sia l'eletto: colui il quale l'aiuterà a trovare il Santo Graal.

La pellicola da questo punto cambia passo e ritmo. Il regista si sbizzarrisce a fare ping pong tra la pazzia di Parry e la vita sconquassata vita di Jack. Quando l'ex DJ scopre la causa dello status mentale del suo amico "cavaliere" decide di aiutarlo a dichiararsi ad una timidissima ed imbranata impiegata che seguiva come un'ombra da illo tempore. Gilliam fa piovere fiocchi di puro e candido romanticismo nel primo appuntamento che sfocia in una tenerissima dichiarazione cui fa seguire un momento di alta drammaticità.

Mi fermo qui nella disamina della trama per non rovinarvi il finale di un bel film, diverso dal solito, improntato sul tema dell'amicizia, della capacità di godere delle cose semplici e di ritrovare sé stessi dopo momenti di puro sconforto. Ottimamente interpretato dal cast questo prodotto si è guadagnato nella rassegna del 1992 di Venezia il Leone d'argento: io mi permetto di consigliarlo al popolo debaseriano.   

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