Nel miracolo continuo rappresentato dalla perfetta canzone pop di tre minuti un posto di riguardo spetta agli Associates, ovvero Alan Rankine e Billy Mackenzie, autori di almeno tre album di una bellezza struggente, contorta, non priva di spunti cristallini e "dance", nel senso migliore del termine (ovvero liberatorio). Fra i primi tre album, dovendo scegliere fra le composizioni ancora non completamente definite del primo lavoro "The Affectionate Punch" e gli inni alla gioia contenuti in "Sulk", abbiamo optato per il secondo album "Fourth Drawer Down", senza per questo voler definire automaticamente questo disco il migliore della serie.
Uscito per la Situation Two nel 1981 (anno di grazia per la New Wave inglese), questo disco rappresenta la summa della capacità del cosiddetto "nuovo rock" di sovvertire ogni schema, anche in un settore tradizionalmente limitato quale il pop d'autore.
Il disco si apre con "White Car in Germany", dall'incedere maestoso e sottilmente melanconico, e prosegue con "A Girl Named Property" e "Kitchen Person" che ci introducono nell'universo delle sensazioni profonde di Billy Mackenzie, forse uno degli ultimi autentici dandy prodotti della musica rock, sempre attento ad un'estetica rigorosa ma mai fine a se stessa. La lenta e psichedelica "Q Quarters" chiude il primo lato del disco.
La facciata 2 parte con "Tell me Easter's on Friday": un basso potente e fantasioso, tutto giocato in levare, si interseca con la voce ispirata di Mackenzie e con abbozzi di chitarra. Nell'intermezzo lo stesso basso assume un incedere che può ben essere definito "sinfonico", raggiungendo punte di rara potenza espressiva. Il brano rappresenta probabilmente uno dei vertici assoluti della produzione Associates.
La successiva "The Associate" è un hit irresistibile, tuttavia pervaso da una vena indefinita, che ad ogni nuovo ascolto sublima l'iniziale percezione melodica e dance fino a mutarlo in una splendida esperienza interiore.
L'album si avvia alla conclusione con un pezzo dai ritmi interrotti intitolato "Message Oblique Speech" in cui si ritrova la vena classicheggiante del duo scozzese, che questa volta ci trascina lungo corridoi male illuminati dove le ombre assumono contorni ora spaventosi, ora splendenti. A chiudere il lavoro "An Even Whiter Car", una composizione che gioca col dub riprendendo le note di "White Car in Germany" rendendola, se possibile, ancora più solenne.
"Fourh Drawer Down" (nonostante non sia stato concepito come LP ma sia una raccolta di brani e singoli già realizzati) è un disco che ad oltre venticinque anni dalla pubblicazione riesce a stupire per la capacità di dilatare le possibilità espressive della musica pop - ovvero proprio la ricetta che viene ricercata dalle tendenze più recenti in ambito musicale - offrendo ancora oggi nuovi spunti creativi. L'originale e peculiare sensibilità artistica della coppia Rankine/Mackenzie ne ha tuttavia caratterizzato profondamente lo stile, esponendolo così alle critiche di taluni critici poco lungimiranti che ne hanno colto solo gli stilemi più grossolani e riconoscibili.
Nota: La lista dei brani di questa recensione è quella dell'edizione originale in vinile, consiglio vivamente di ascoltare questa e NON la riedizione in CD, in quanto le tracce aggiunte e il loro ordine snaturano l'essenza del disco, da ascoltare d'un fiato.
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