Secondo George Martin, con questo album i Beatles “si ripresero” dopo la caduta di “Beatles for Sale”. Secondo John Robertson, invece, “Help!” è ancora più stanco del disco precedente.

Sono d’accordo con tutti e due. In alcuni punti, questo lavoro contiene le cose migliori prodotte dai Beatles fino a questo punto; in altri è davvero un ritorno ai livelli di “Please, Please Me”.

L’origine della grande canzone che dà il titolo al disco è singolare. Brian Epstein costrinse i Beatles a girare un altro film, intitolato “Help!”. Così, invece di stare in studio e produrre un grande disco, i 4 dovettero girare (tra Svizzera, Bahamas etc) questo (inutile) film - niente a che vedere con il bel “A Hard Day’s Night” dell’anno precedente.

A Lennon venne chiesto di scrivere una canzone col titolo “Help!”. Doveva essere un’altra sciocchezza come “A Hard Day’s Night”, e invece lui scrisse (praticamente di botto) un pezzo tra i più sinceri, toccanti e drammatici che abbia mai ascoltato. Una delle sue migliori di sempre. Aveva detto qualcosa dei suoi tormenti, qualche mese prima, in “I’m a Looser”. Ma in “Help!” va molto oltre: “Quando ero un ragazzo non avevo bisogno di nessuno. Ma quei giorni sono passati. Ora non sono più così sicuro di me. La mia vita è tanto cambiata e la mia indipendenza è come scomparsa nella nebbia”.

Come disse negli anni 70: “In quella canzone stavo letteralmente chiedendo aiuto. Guardatemi nelle immagini dell’epoca e nel film: ero grasso, insicuro e avevo completamente perduto me stesso”.

Ma il testo ha anche un’altra gemma: “Aiutami a riportare i piedi per terra”. Lennon disse a tal proposito: “Più il successo aumentava, più tutto diventava irreale”. Anche se John aveva solo 25 anni, e i Beatles esistevano da poco più di due anni, era già stanco della vita da star, perché, come lascerà intendere in “Nowhere Man”, quella vita non andava da nessuna parte (nowhere).

Lennon fu sempre, giustamente, orgoglioso di questa canzone, che in realtà fu una collaborazione con Paul, che ebbe la (fondamentale) idea dei controcanti. Ma non fu mai contento dell’arrangiamento. Disse che voleva un lento e che, invece, per ragioni di mercato, il pezzo venne accelerato.

Vediamo le altre canzoni.

“Ticket to Ride” venne definita da John “uno dei primi pezzi metal mai scritti”. Mi sembra proprio eccessivo; di sicuro la chitarra scintillante è davvero bella, e mi ricorda il suono di un altro gruppo … Anche la batteria mi piace molto. La canzone è gradevolissima, ma è rovinata da un testo ributtante.

“You Have Got Hide Your Love Away”. É una ballata acustica così incantevole che lo stesso Scaruffi, analizzandola, dice: “I Beatles avevano davvero un talento formidabile per la ballata malinconica”. Peccato per il testo: in alcuni punti è bello, quando John descrive la sua timidezza; in altri è davvero troppo melodrammatico: “Sono qui con la testa fra le mani, il viso al muro. Lei se n’è andata e io non posso andare avanti”. Imbarazzante.

“It’s Only Love” è la canzone più disprezzata da John in assoluto: “La odio: parole terribili, di un’abissale bruttezza”. Esagerato come sempre: brutti versi sì, ma non così spaventosi, e non molto peggio di quelli della precedente. La musica è splendida. Una ballata acustica-elettrica, con la chitarra acustica su una cassa, e quella elettrica sull’altra. Melodia delicatissima e toccante. Un capolavoro sottovalutato. Andate ad ascoltare il raffinamento fatto dalla versione grezza dell’Anthology alla versione del disco.

“You Have Gonna Loose That Girl”. A me piace abbastanza. I controcanti sono ottimi. Peccato di nuovo per il testo.

“The Night Before” e “Tell Me What You See”, abbassano il livello del disco, ma non è questo il peggio.

“Another Girl” può competere bene per il premio di peggiore canzone dei Beatles – un gioiello da “piccola bottega degli orrori”. Canzoni così brutte in“Beatles for Sale” non ce ne sono. Ecco il perché della frase di Robertson all’inizio.

“I Need You” è una canzone di Harrison. Certamente acerba, ma non manca di buon gusto – come la precedente.

“I’ve Just Seen a Face” è uno dei virtuosismi melodici di Paul. La gradevolezza è fuori discussione. Ma lo spessore è proprio poco. Non è una canzonetta, ma poco ci manca.

"Yesterday”. Nessun commento. Trovate l’aggettivo celebrativo che preferite, e poi andate ad ascoltarla. Tuttavia, per quanto la ami, continuo a preferire “And I Love Her”.

“Yesterday” è la tredicesima canzone dell’album. A causa dell’assurdo obbligo delle 14 canzoni a disco, serviva un’altra canzone e così rovinarono un finale memorabile con una cover: “Miss Dizzy Lizzy”.

In “A Hard Day’s Night” si erano fermati a 13 canzoni con la stupenda “I’ll Be Back”. Un anno dopo erano progrediti musicalmente, ma regrediti in termini di buon senso.Con “Help!” termina la “produzione minore” del gruppo.

Questo disco poteva essere certamente meglio di com’è. Se non ci fosse stata l’avidità di Epstein di fare un album originale alla fine del 1964, alcune canzoni di “Beatles for Sale” come “I Don’t Want to Spoil the Party”, “I’m a Looser”, e “I’ll Follow the Sun”, sarebbero entrate nel disco, insieme ad “I’m Down” e alla splendida “Yes It Is” (pubblicate come singoli). Con queste cinque canzoni, “Help!” sarebbe stato (musicalmente) un signor disco pop. Così com’è è discreto (2.5 stelle), e la parola discreto in questo caso calza a pennello. Inoltre, il valore dei testi è abbastanza mediocre, al di là della canzone-titolo, “Yesterday” e poco altro, e questo fa un pò tristezza pensando a quali melodie avevano a disposizione.

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