Mentre ascoltavo Third World Pyramid ogni tanto l'attenzione evaporava e mi chiedevo quale dei tanti dischi dei Brian Jonestown Massacre avessi nelle orecchie.

Non c'è nulla di sbagliato in questo disco. Dopo la riuscita fase etnico-mistica di Aufheben e Revelation, e la parentesi molto meno esaltante di Musique de film imaginé, è iniziato il ritorno a un suono più classico con Mini Album Thingy Wingy e Third World Pyramid: un disco con Brian Jones in copertina e uno con il simbolo degli Spacemen 3. Che Rolling Stones e Spacemen 3 fossero i numi tutelari di Anton Newcombe era già chiaro alle sue maestre d'asilo. Io non ricordo i nomi e i volti delle mie maestre, ma sono sicuro che anche loro sanno bene che Newcombe non ha mai tentato d'inventare la ruota ma solo di farla girare come Sua Maestà Satanica richiede. E la ruota ha sempre girato alla perfezione, dagli ancestrali demo di Pol-Pot's Pleasure Penthouse fino ai cinquecento video che oggi Anton carica su youtube con frequenza allarmante.

Third World Pyramid è solo un altro disco dei nostri: fuori fuoco, fuori tempo e fuori moda. Tutte cose che a chi ascolta Brian Jonestown Massacre non dovrebbero interessare affatto, poiché è quello che fanno da sempre.

So cosa aspettarmi da Newcombe e sono contento perché nel suo mestiere è ancora un campione.

So che la svolta hawaiana dei Nostri forse non arriverà mai, per cui non sono così tanto contento; ma non si può avere tutto dalla vita, e io di solito ottengo ben poco.

So cosa non aspettarmi, perché se fossi stato in cerca di innovazione, focalizzazione, precisione formale, urgenza espressiva coolness, hype, passo-coi-tempi e cose noiose da Fracussi o da Pitchfork allora starei ascoltando il gruppo sbagliato da più di vent'anni.

E se fossi così ingenuo avrei fatto meglio a bruciarmi i neuroni con l'acido quando andavo all'asilo.

Carico i commenti... con calma