Ok: dopo che i miei amici mi hanno rotto le palle per mesi e mesi con 'sto concerto, finalmente ci ritroviamo al Vidia Club di Cesena in data 16/01/10, in larghissimo anticipo (evabeh, a noi piace arrivare molto prima ai concerti). Dopo duetre ore passate a raccontare cazzate, bere birra e guardare arrivare creste più o meno alte e più o meno colorate, finalmente alle 21 aprono i battenti. Entriamo: il locale è carino, non c'ero mai stato. L'aspetto è fin troppo da discoteca fighetta (e la gente che arriverà dopo il concerto me lo confermerà), ma per qualche motivo mi piace, è piccolo ma tutto sommato un bel posto. E poi non siamo qui per questo.
Primo gruppo in programma è One Foot Disaster, di casa al Vidia (sono di Cesena) e artefici di un hardcore punk melodicissimo con più di un debito verso NOFX e Sum 41. La proposta può essere discutibile (a me dopo due canzoni, peraltro come si può intuire molto brevi, già avevano rotto), ma loro erano simpatici, sapevano coinvolgere il pubblico ancora poco numeroso, e avevano un bassista che sapeva il fatto suo. Inoltre avevano energia da vendere, cosa che in un concerto punk fa la differenza, e che permette loro di strappare la sufficenza.
Rapido cambio di palco e salgono sul palco gli One Trax Mind dall'Abruzzo: il cantante/chitarrista se la tira come la peggiore delle rockstar e si fa subito odiare, ma il loro punk n' roll trascinante e veloce ispirato dai Rancid si fa apprezzare. Inoltre, punto a favore, il loro batterista è un animale, e pesta sulla batteria come il Dave Grohl dei tempi che furono. Il pubblico li sostiene, ma la sala è ancora semideserta, dei crestoni quasi nessuna traccia: saranno ancora a bere, penso io.
Cambio di palco tutt'altro che rapido, stavolta (più di venti minuti sono fin troppi per un gruppo come i Casualties) ed ecco arrivare, oltre ai punk per la maggior parte sbronzi, i beneamati punk rocker newyorchesi. Intro preso da "Casualties Army", one two three four ed è subito delirio. Gente che vola da tutte le parti, stage diving, punk che salgono sul palco, urlano cose a caso al microfono e si ributtano nella mischia, pogo dirompente: il pubblico è tutto dalla loro parte. Le Vittime, dal canto loro, sciorinano i loro inni uno dopo l'altro: "Tomorrow Belongs to Us", "Casualties Army/On the Front Line", "Ugly Bastards", "Riot", "Punk Rock Love", "Get Off My Back", "Unknown Soldier" e la dedica ai concittadini/numi tutelari Ramones di "Made in NYC", a cui si collega l'ormai famosa cover di "Blitzkrieg Bop", punto fermo di tutti i loro concerti. Il gruppo è in buona forma, il chitarrista Jake incita il pubblico a cantare e massacrarsi a ritmo di hardcore punk, e il pubblico ovviamente obbedisce! L'unica nota stonata è, paradossalmente, l'uomo per cui tutti sono venuti: Jorge, cantante, leader ed unico membro della formazione originaria ancora nel gruppo. Fin da subito, complice la forma fisica non più perfetta (per usare un'eufemismo: è ingrassato non poco), l'età ormai non più tenera e il fisico minato dagli eccessi, appare stanco e debole. Metà delle canzoni le fa cantare a Jake, vero mattatore della serata, metà delle canzoni rimanenti le fa cantare in coro al pubblico e ciò che rimane lo canta male, senza troppa energia e ad un volume fin troppo basso. Una delusione, considerando che la maggior parte del pubblico era venuto per lui, il deus ex machina dei Casualties, ruolo che ormai sembra passato al chitarrista.
Nonostante tutto, però, è stato un buon concerto. Il pubblico sembra soddisfatto, e in diversi si affrettano allo stand del merchandise a comprare toppe magliette cd e così via, qualcuno si porta a casa anche una copia dell'album degli One Trax Mind ma soprattutto tutti si portano a casa una foto con Jake, sempre gentile e disponibile allo stand...mentre di Jorge nessuna traccia. Un peccato. Speriamo nella prossima volta.
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