Una focosa e gagliarda fusione fra country e blues americani fece nascere negli anni cinquanta del secolo scorso il rock’n’roll.
L’avvicinamento fra USA ed Europa dopo il secondo conflitto mondiale, sostenuto anche dalla crescente diffusione di dischi e radio, fece attraversare l’Atlantico a quel rock’n’roll, quando già laggiù se ne stavano stufando.
Gli inglesi furono i più lesti e bravi ad assorbire e rilanciare questo nuovo genere ma non solo, pure ad elaborarlo incredibilmente (Beatles in prima linea) impregnandolo con la valente, variegata e profonda tradizione musicale europea (sinfonica, operistica, cameristica, folclorica) tradizione peraltro oramai in stato comatoso, passati due secoli di ricolmi di gloria.
Contemporaneamente traversarono l’Atlantico pure le geniali chitarre elettriche Gibson e Fender. Perciò qualche ingegnoso inventore, sempre britannico, si mise a produrre in loro favore degli amplificatoroni capaci di spettinare i ciuffi e arrivare allo stomaco della gente, nonché impianti di diffusione sonora con migliaia di Watt di potenza, in grado di far sanguinare le orecchie ad assembramenti di persone mai visti. Nacque così il rock, il genere musicale predominante per tutto il resto del secolo.
A Charlie Daniels, classe 1936, delle infiltrazioni sinfonico/operistiche e del contributo europeo alla tradizione musicale americana non gli era arrivato granché. Lui, da bravo redneck del North Carolina, ha passato la vita a suonare country e blues, rock’n’roll e jazz, bluegrass e gospel ovvero tutta roba al 100% americana, senza condire con spezie del Vecchio Continente la sua formula musicale.
Per questo in Europa non ha toccato palla… e chissà se ci è mai venuto, a suonare. E’ stato un fenomeno del tutto made in USA e ci ha messo pure il carico da undici infarcendo le sue liriche, per non parlare di interviste e scritti vari, con un patriottismo reazionario e bigotto tipico delle sue parti.
Detto questo, Charlie Daniels ha fatto diversi grandi dischi e “Nightrider” è uno di questi. I suoni e la produzione sono più che perfetti, strumenti e voci performano “in faccia”, zompano fuori dalle casse pulitissimi, ripresi al meglio, ben spaziati e sonori. E la Charlie Daniels Band è un combo fantastico: Taz di Gregorio è (era) un tastierista perfetto, preparatissimo, intelligente e misurato; la sezione ritmica (con due batteristi) non ha una sbavatura. Il corpulento, retrogrado Daniels suona benissimo l’elettrica, l’acustica e il violino, con un nerbo e una naturalezza invidiabili, cantando chiaro e forte quello che secondo lui è giusto cantare.
Il brano migliore secondo me è “Everything Is Kinda Allright”, ballata country rock tanto ortodossa quanto cristallina, argentina, tersa, scolpita, variegata. Se si entra nel suo mondo (così distante dal nostro) ha i connotati dell’irresistibilità: i rintocchi di chitarra acustica, di dobro, di pianoforte, lo scambio di soli delle elettriche e poi il loro accoppiamento… tanta roba trasparente e impeccabile che avvolge e conquista.
Quasi allo stesso livello, anche se di tutt’altro genere, è “Funky Junky” che piuttosto esprime un boogie scatenato, con Taz che zompetta felice con le sue manine d’oro fra pianoforte ed organo quando i due chitarristi (Daniels rigorosamente sulla destra, il collega Tom Crain a sinistra dell’immagine stereo) gli lasciano spazio.
“Birmingham Blues” invece è jazz rock, anch’essa allegra e turbinosa, con un grande lavoro delle soliste a rotazione, intanto che i due batteristi stantuffano groove alla maniera jazz ma con la forza del rock.
“Texas” è per quelli a cui piace il violino country ossia il fiddle mentre “Willie Jones” è per chi ama il mandolino, strumento delizioso. “Franklin Limestone” è una ballata con un prestigioso assolo di chitarra del leader, sonoro e limpido come nessuno, mentre “Evil” è un altro bel numero in fast tempo. Il resto è meno entusiasmante.
Non si può andare in giro ad affermare quanto fossero bravi gli Allman Brothers e non avere una seria cultura su questa banda di Charlie Daniels, molto meno conosciuta ma ancor più valente.
Elenco e tracce
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