"Le aspettative. Sono sempre le aspettative quelle che ti fottono!" Uno aspetta quasi tre anni che esca il nuovo cd dei Chemical, va al negozietto amico che gli fa lo sconto, se lo compra cmq "al buio" (ma non troppo entusiasta dopo aver sentito il primo singolo) e se lo infila nel lettore della macchina convinto di: divertirsi, farsi venir voglia di ballare, di bere, di immergersi in quell'atmosfera da party universitario colto me sbranato di Machester che lo ha accompagnato per ben 5 cd e mezzo (il mezzo sta per l'ultimo "Push The Button") e invece... delusione! Sente tutt'altra cosa.

Ora, voglio subito sgombrare il campo. A me questo cd non piace. Quindi vi chiederete il perchè del mio voto. Perchè è un grande album. E' un lavoro coraggioso, denso di idee nuove, di studio, di pensieri, di ragionamenti. E' un album pensato insomma e non buttato lì giusto x fare cassetto. Io preferivo i ritmi dance degli esordi. Preferivo pezzi come "LEAVE HOME, BLACK ROCKIN' BEATS, HEY BOY-HEY GIRL, IT BEGAN IN AFRIKA, BELIEVE (unico gran pezzo su "PUSH THE BUTTON") ma tant'è quel tipo di canzone scordatevela. Non la troverete su qusto album.

Dicevo dunque, compro il cd lo ascolto tutto 2 volte sulla A4 TO-MI tra una chicane da lavori e l'altra e poi mi siedo al pc x scrivere la recensione. Convinto (essendo uscito IERI) di essere il primo. Col Kaiser! Ne trovo già ben due della versione "promo". Fuck! E pure due belle recensioni devo dire. Complimenti soprattutto al "pazzo" di cui condivido il giudizio medio sui singoli pezzi. Vi rimando dunque alla sua rece x avere critiche minuzione sulle singole tracce. Non volendo ripetere una cosa già scritta, nè entrare in competizione con altri recensori propongo dunque una chiave di lettura differente, forse più di ampio respiro ed onnicomprensiva di un pò tutti i generi della musica e tutte le grandi bands. Cambiare genere fa bene ad una band o la distrugge?

Cosa intendo dire? Intendo dire pensate al passaggio dall'"industrial" al pop-rock dei NINE INCH NAILS utlimi due album (vedi mia rece su "Year Zero")? Oppure del passaggio dal "thrash" al "rock-metal" dei Metallica anni '90 (vedi mia rece "Black Album")? O alla sconvolgente "catarsi" dal "cross metal" al "pop anni '80" dell'ultimo album di M.Manson? Oppure chessò... alla straordinaria capacità istrionica della carriera dei Queen o di Madonna? Cosa è meglio? Avere il coraggio di proporsi con stili e generi diversi dimostrando anche differenti capacità artistiche e musicali, oppure rimanere ancorati ad una sorta di coerenza con il proprio pubblico e proporre lo stesso genere ad lividum tutte le notti x anni ed anni come Iron Maiden, Pearl Jam, Slayer o Depeche Mode? Oppure è auspicabile una parabola corta e veloce, una stella cadente come il progetto di trilogia dei Bluvertigo o come la fulminea carriera degli Audioslave? Fare 3 bei cd e sparire x non rischiare di invecchiare insomma?

Da ascoltatore di tanti e tra loro diversi generi musicali e da ex musicista, mi pongo spesso questo quesito, trovando pro e contro ad ambo le risposte. Il dilemma si ripropone ascoltando questo "We Are The Night" dei Chemical Brothers. Un album ripeto, molto bello ma che a me non piace. Per il discorso delle apsettative fatto come preambolo. Un cd dei Chemical deve farmi ballare. Questo invece mi fa pensare a molte altre cose. Mi fa apprezzare nei primi 4 pezzi del cd i felici richiami alla prima produzione elettronica anni 70/80 (Kraftwerk, Heaven 17, Cabaret Voltaire su tutti). Mi fa gustare la vena "chill out" del corpo del cd, mai del tutto abbandonata dal suo inglese. Mi piace molto sopratutto l'ultima parte con netti riferimenti disco anni '80 in salsa "new beat"... però non mi fa sballare sta musica!

Suoni, arrangiamenti e produzione impeccabili. Pezzi belli ma senz'anima all'inizio molto più allegri verso la fine ma la mia nostalgia verso "SURRENDER" e "COME WITH US" rimane incolmabile. Ossequi.

Carico i commenti... con calma