Mad Eyed Screamer

Percossi dal canto della Regina della Notte,

famiglie di timpani, tamburi e timbales, mostri selvaggi e selve oscure.

- Inside our bedrooms / so close so far -

Hanno visto in Hyde Park un folle, consumarsi nella danza tra l’indifferenza della gente,

una Nouvelle “Dancing Plague”.

Potrebbe essere un predicatore, un angelo del Fango, stufo di balconare la propria esistenza,

potrebbe essere solo un insegnante che desidera mettersi in fila per fare due domande al vostro Creatore”

Gotici labirinti imperversati e saccheggiati da quel tam tam barbarico e tribale, nel tripudio e ripudio di qualsiasi blanda spirale di autoctono ElectroClash.

Sullo sfondo, Love and Hate, riflessi di visi avvolti dalle ombre e dai connotati infranti, intrecciati ed accecati da quel fuoco sterminatore.

Come descrivere quell’amore indefinito per quella virtuosità ritmica di Budgie, quella ritmica autistica che diventa trazione e contrazione, che in via irreversibile segnò quel sound maudit e caleidoscopico di Fine - Banshees e Inizio- Creatures.

Come descrivere quella gelosia per quella villana nudità da lui ostentata, senza veli e alcun pudore, in quel dipinto di Man Ray, copertina malandrina dell’album trafugato da un montaggio di Perkins in “Psycho”, quella famelica intrusione nel vano doccia di quell’oscura Vestale dell’odio e dell’amore, con quel trucco così scuro e quell’estetica mmm so fetish.

Anche perché in quel mantra, in quella ossessione, nella tensione elettrica dei corpi e nella logica del tributo ad Hitchcock, ci sta veramente tutta la Genesi dei Banshees.

Erano trascorse ere, glaciali, oscure e seminali, da quel caotico Big Bang di quella scalcinata versione di 20 minuti di “ The Lord’s Prayer “, in quel club adibito a sala parto della band, con un inedito Sid Vicious alla batteria, primi gemiti della leonessa e le prime apparizioni nello show televisivo punk-heavy di Tony Wilson, “So It Goes “.

E poi è solo un attimo quella alzata di scudi, con l’uscita di The Scream, l’arrivo del Casanova Budgie alla batteria, il sodalizio artistico Severin-Siouxsie, almeno fino all’uscita di Juju, poi tutto quel casino con prime donne che entravano ed uscivano ( John McGeoch dei Magazine e Visage, Robert Smith dei Cure, Jon Klein )

E come tutti i grandi Artisti, Siouxsie Sioux, anche quando in pieni Eighties ( avete presente i fratelli Kemp degli Spandau ? ) con quella voce potente, con quelle storie di stupri, di famiglie disfunzionali e malattie mentali, con quella musica nervosa ma anche so clubbing, plasma infine dal luccicante mondo di MTV quella Perfetta Ossessione, cosa fa all’apice del suo percorso?

SI innamora di un grullo e scappa con lui nella Foresta Nera.

E da quella tribale escursione, tra percussioni primitive e canti surreali, in quella semi nudità preraffaellita di Ofelia, la nascita di quel progetto parallelo durante la registrazione dell’album "Juju".

Quella combinazione astrale di voce e batteria, quella virata verso le contaminazioni etniche, anteprima della sensualità exotica di " Feast", composizione di cinque brani per niente di facile ascolto.

Quell’ossessione che riprendeva il movimento smarrito dal giorno della sua consacrazione...

Wild Things. ( Handle with Care)

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