Successivamente al tour di "Electric" (in cui furono accompagnati come gruppo di supporto dagli allora ignoti Guns n' Roses), l'obiettivo di Ian Astbury e Billy Duffy era quello di affermarsi prepotentemente sul mercato americano, sino ad allora ancora avaro di soddisfazioni per il duo inglese.

Lo scopo, grazie anche a Bob Rock, fu raggiunto con "Sonic Temple", loro quarto album in studio, che arrivò sino alla decima posizione delle classifiche statunitensi e vendette oltre tre milioni di copie.

Addirittura Ian Astbury fu contattato dal regista Oliver Stone che lo volle per interpretare la parte di Jim Morrison nel suo film sui Doors, ma, di fronte al rifiuto di Ian, troppo impegnato con la sua band nel tour post "Sonic Temple", decise di scritturare Val Kilmer.

"Sonic Temple" fu, però, anche il loro lavoro più criticato perché considerato sin troppo zeppeliniano (in effetti, in questo senso, "Soul Asylum", pur bellissima secondo chi vi scrive, sembra una rivisitazione psichedelica di "Kashmir" e "Automatic Blues" una versione un attimino più veloce di "Black Dog").

Nonostante tutto questo, il disco, trainato dalla emozionante ballad "Edie (ciao baby)", uno dei pezzi più famosi dei Cult insieme a "Rain" e "She Sell Sanctuary", fu un successo commerciale.

Si tratta di un lavoro che suona più variegato del precedente, e comunque molto rock n' roll, anche se, a mio parere, non ha la stessa carica esplosiva di "Electric".

Astbury e Duffy abbandonano gli AC/DC, dai quali avevano attinto a piene mani nel lavoro precedente, per attestarsi su suoni zeppeliniani e con molti rimandi alla musica del Re Lucertola (la già citata "Soul Asylum", "Soldier Blue").

Ma, anche se "Sonic Temple" non fu certo un disco originalissimo, specie se paragonato ai primi due dischi dell'era gotica, ebbe il merito (e questo grazie e, forse, soprattutto, a quello stratega di Bob Rock) di anticipare ed influenzare in modo rilevante quella corrente street rock americana che sarebbe sorta di lì a poco (in questo senso, "New York City", in cui fa capolino anche Iggy Pop come special guest, può essere considerata il manifesto per la nascita dello street rock d'oltreoceano e questo è significativo, se si pensa che i Cult sono inglesi).

Insomma, "Sonic Temple" è l'ennesimo disco dei Cult che, pur non avendo alcunché di originale, ebbe un'importanza non secondaria, per vari motivi, nella musica degli anni 80 e 90 e, di questo, al di là dei giudizi personali che, spesso, sulla band sono contrastanti, non si può non tenerne conto.

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