Il canto del cigno...così definiscono l'ultimo concerto per celebrare la propria attività prima di smettere per sempre. Non è mica un'idea originale, sapete. Qualcun altro l'aveva fatto prima di noi, ad esempio The Band, quando Robbie Robertson scelse il 4 dicembre 1976 per riunire gli amici e suonare per l'ultima volta tutti assieme all'enorme Winterland di San Francisco. Martin Scorsese ci girò pure un film, The Last Walz.
Noi siamo più modesti, ci vediamo qui al Raij's l'ultimo giorno di gennaio 1989, non avremo come ospiti Neil Young, Bob Dylan o Joni Mitchell ma solo l'amico Peter Case che suonerà l'armonica in qualche pezzo.
Così è più intimo, siamo sempre stati poco sbruffoni anche se ci assicurano che avremmo di che vantarci, anche più della Band....Dicono che siamo tra i fondatori del Paisley Undergound.

Sapete, è quel genere musicale che riprende con le chitarre il jingle jangle psichedelico e quel raga-rock delle ballatone elettriche che era stato prima dei Byrds, anche se in verità vi devo confessare che io ho sempre avuto una fissa per i Velvet Underground.

A noi si accodarono i Long Ryders dell'amico Sid Griffin, i Green on Red di Dan Stuart, i Naked Prey, e pure i Rain Parade di quel bastardo di David Roback. Già perché lui si prese Kendra Smith che suonava il basso con me e da allora non fu più la stessa cosa. Poi anche Karl Precoda se ne andò e ho dovuto rifare il gruppo. Perché lo sciolgo? Beh innanzitutto senza Kendra e Karl il sogno è finito e poi non siamo neanche stati capaci di avere una recensione su Debaser!

Stasera suoniamo per l'ultima volta, ho con me Paul Cutler che rimproverano di essere troppo invadente, di far rimpiangere il twanging di Karl, ma vedrete di cosa sarà capace in questo concerto!

La sala è piena, c'è un presentatore che avverte sarà registrato un disco dalla serata e ci lancia con il suo " Ladies 'nnnnn  gentlemen.... The fabolous  DREAM SYNDICATE !!!"  

Beh, attacchiamo come sempre con i quattro accordi tormentati e la chitarra distorta di " Still holding to you" e  mi sento subito bene. Dennis alla batteria è una sicurezza, è con me dagli inizi e poi i ragazzi mi fanno il coretto con la tonalità giusta, il pubblico è caldo come sempre ... Dai che li stendiamo tutti!!

 Mettiamo giù una doppietta memorabile dal nostro primo disco, "Until Lately" e "That's what you always say" , le nostre chitarre non sono mai state così in forma, i due compari  alla ritmica sono magnifici, allora perché scioglierci?

"Burn" è sempre più bella, cresce ogni volta che la suoniamo, è allo stesso tempo struggente e asciutta, mi ricorda le canzoni che ascoltavo in estate nella mia infanzia con i calzoni corti , come si chiamava quella?....mah,  la memoria gioca brutti scherzi.

Facciamo "Merritville" e cazzo!...mette sempre i brividi e stasera la chitarra di  Paul la carica cosi di adrenalina che stento a riconoscerla! Dicono che faccio sanguinare i versi delle mie canzoni, che canto esclusivamente  storie tragiche e di perdenti, ma io mica faccio musica per far divertire! Ho bisogno di esprimere le mie emozioni, di tirare fuori i miei demoni, di sbattervi in faccia le mie viscere. E qui, cantando su questo palco, notte dopo notte, so che mi  farà venire in mente sensazioni che preferirei dimenticare e invece ogni sera mi tocca ricordare.... "everybody says I don't care /but I'm just trying to remember/ the days of wine and roses".

Questa è una serata speciale e voglio dilatare questo ricordo e questo brano fino all'infinito, perché i giorni del vino e delle rose ti restano appiccicati addosso per il resto della vita.

Anche "Medicine Show" la voglio fare lunghissima fino a spegnermi lentamente, è il mio album preferito questo!

Ora  ascoltate quant'è stupenda " Halloween", era un pezzo di Karl,  uno se ne accorge dal jingle delle chitarre... ma perché te ne sei  andato via? A fare  cosa, poi?

Dai, chiudiamo ancora una volta con "John Coltrane Stereo Blues", la nostra sister ray...suonarla per cinque anni, centocinquanta volte l'anno, lo stesso accordo base su cui fare mille variazioni e improvvisazioni come fosse un pezzo jazz è stimolante ma anche una faticata  terribile.

Stavolta è stata l'ultima, mi accorgo che la mia chitarra ha una corda spezzata, stacchiamo gli strumenti dagli amplificatori, qualcuno al mixer mette il nastro di "Good Times Bad Times " dei Led Zeppelin, la gente sfolla, sono stanco.

Ah, per chi non lo sapesse io sono Steve Wynn, cantante e chitarrista di questo GRANDE gruppo.

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