È svilente la stampa musicale britannica nell'osannare nuove next big thing ogni battito d'ali. Ed è parimenti svilente (e dispendioso) constatare che l'ennesima bufala ci è stata rifilata con sommo scorno di noi acquirenti e sommo gaudio per tutti gli altri. Nella fattispecie mi riferisco all'esordio di questo duo d'Albione, quell'"Holes In The Wall" che ricevette, fra l'altro, diverse nomination in stile Mercury Prize et similia e spinse tal Carlo Villa (chi è costui?) a intasare caselle di posta elettronica nell'illusione pionieristica di aver preceduto tutti con il suo fiuto infallibile di talent scout (sic!). Disco invero non brutto, bensì normale nello standard della moltitudine di british pop-rock. Ma si sa, il mondo è pieno di colossi d'argilla e il destino per i più è segnato fin dall'inizio. Infatti non credo che il ritorno di tal clamore agli ESP abbia giovato, in termini economici e di popolarità, più di tanto per questa loro seconda fatica. Ed è un peccato!

Nove tracce per complessivi trentasei minuti ci consegnano un gruppo fresco che vira energicamente verso un cristallino pop elettroacustico della migliore scuola d'oltremanica. Non rimane traccia dell'accartocciamento brit-pop del lavoro precedente dove si faticava a trovare una canzone mediamente buona che alzasse il livello appena sufficiente dell'album. Non faccio fatica a scomodare i Radiohead del periodo "The Bends" oppure i migliore Doves e South dei rispettivi esordi. A tratti si intravede perfino lo stesso andamento pop trasversale della fucina XTC. Non sto qui ad elencare i brani uno ad uno perché tutti meriterebbero una menzione particolare, però la ballatona semi-acustica "Wrongest Thing In Town" non sfigurerebbe fra le migliore perle di Mr.Yorke. Nell'era del supporto digitale dove tutti si affannano a riempire quanto più possibile il dischetto nella sua capienza totale, quasi che la quantità fosse sinonimo di qualità, un plauso particolare lo voglio riservare all'accortezza del minutaggio. Non importa fare album chilometrici, bastano anche trentasei minuti come ai tempi del vinile per dimostrare di non essere l'ennesima next big thing da spazzatura.

Elenco tracce e video

01   Things I've Done Before (02:55)

02   Bruxellisation (03:28)

03   Lights Out (02:40)

04   The Wrongest Thing in Town (05:13)

05   Lose Yr Frown (02:55)

06   The American Adventure (06:59)

07   Chaos (04:43)

08   Headacheville (04:01)

09   Existing (00:57)

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