Com'è The Fall annata 2001? Sicuramente molto diverso dall'anno precedente visto che Mark E Smith rimpiazza tutti i membri della band (eccetto se stesso, ça va sans dire) con una nuova line-up. Anche lo stile vira bruscamente verso un punk-rock propulsivo e diretto.

Mark, poco più che quarantenne, è già mezzo sdentato e avvezzo a dissetarsi direttamente dalla bottiglia di whisky, e questo si sente nello stile canoro un po' biascicato e approssimativo. Ciò nonostante, il leone ruggisce ancora e le canzoni trasmettono un senso di indomabile energia, enfatizzato da una sezione ritmica solida ed allo stesso tempo pulsante.

La poetica del disco esprime un senso di precaria inclusione in una società che induce l'individuo alla depressione ("I'v got the burgeois blues", dalla cover di Lead Belly "Bourgeois Town"), senza possibilità di realizzazione ("Kick the Can"). Ciò che rimane è solo l'indomità vitalità della persona divenuta indifferente al proprio stesso malessere.

Può capitare di vedere Mark E Smith sui palchi di mezza Europa, in sale minori, come ad esempio in Interzona a Verona, dove tra il pubblico non si nota un anonimo cultore che da lì a qualche anno avrebbe recensito il disco su un noto portale di appassionati dell'arte ispirata dalla Musa. Ma questa è un'altra storia.







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