(Da qualche parte della Scozia alla fine dei settanta)

E’ tutta questione di rumore, di rumore e di eccitanza. Che il rumore, checché se ne dica, è una cosa assai figa. E l’eccitanza vien di conseguenza.

Poi certo c’è rumore e rumore.

Che il metal, tipo, mi sa di una cosa da minchioni. Ma molte canzonette rock ti portano lassù. E questo tutti i debasici lo sanno, non sarebbero debasici altrimenti.

Poi, oh, ognuno di eccitanza ci ha la sua...la mia al suo massimo è per certi rumori di ferraglia, come quando in certe cose Velvet ti immagini i musicisti con gli occhialoni da saldatore…e oltre alla ferraglia mi piace certo groove ossessivo e folle tipo James Chance Contortions et similia…

Che poi a me piaccion tante cose e, per dire, con l’età della ragione sono arrivato ben volentieri alla narcolessia folk…E comunque son passato da un sacco di posti belli e strani, inutile elencarli tutti.

Ma se penso all’eccitanza penso ai Velvet e ai Contortions…

Un’eccitanza tutta mentale, che il rock non aveva previsto gli occhialoni da saldatore, nè tantomeno di avvolgersi in patchwork di inascoltabilità e caos.

Un’eccitanza da malati, che infatti è una vita che io non mi sento molto bene.

Ecco sti tizi, in sedicesimo, sta roba ce l’hanno...e in più hanno la freschezza ancora punk del primo post punk...e hanno quel supremo (SUPREMO) dilettantismo da principianti assoluti…

Il loro disco sembra quasi un live in studio, molti brani sono strumentali e hanno quel bel rumore che vi ho spiegato...poi ci sono alcune canzoni favolose, di cui una sta da sempre nel mio juke-box punk post punk: “Get up and use me”

Urla sguaiate, ritmo ossessivo, chitarre acuminate…e, nonostante il caos, una cantabilità quasi pop...la mamma del cantante ascoltandola ebbe a dire “tu canti e suoni come il diavolo...”

E le mamme han quasi sempre ragione…

Sti tizi non se li è cagati nessuno, a parte il solito John Peel...è anche vero che tra il settantasei e l’ottantuno barra ottantadue uscivano un paio di capolavori al giorno, però…

E comunque questi facevano concerti di non oltre quindici venti minuti...altra prova che del non rompere i coglioni avevano fatto una scienza…

Buon ascolto...

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