Voglio scrivere queste note di botto, cercando di ritrovare un po' della spontaneità che, troppo spesso, ogniqualvolta mi accingo a scrivere qualcosa su DeBaser vola via come un cigno malato di aviaria. Ho appena evocato dal fluttuante oceano musical-digitale questo album, del quale, io che son Zaireeka, mi sento in diritto di parlare per primo.
- The Yeah Yeah Yeah Song. Tornano i primi FL, quelli di "Transmission From the Satellite Hearth", solo più tecnologici e un po' più di maniera. Ritmi incalzanti e cori solo apparentemente disimpegnati. I pagliacci che parlano di morte son tornati.
- Free Radicals. Hanno fatto Punk Psichedelico, Rock Psichedelico, Pop Pscichedelico. Cosa manca oltre al Jazz? Forse il Soul? Eccovelo qua...
- The Sound of Failure/It's Dark... Is It Always This Dark?? Non ricordo un simile arpeggio di chitarra in loro brani, sembra Granianiello nel pezzo scritto per Murolo e Mia Martini un po' di anni fa. Un po' dal sapore di ballad che si dondola sulle onde del mare. Poi parte un motivetto leggero leggero, un po' tipicamente americano, un po' da colonna sonora di B-movie. Ed alla fine a sorpresa una coda di nuovo arpeggiata e con suoni ambientali e soffusi, e con un flauto (o un mellotron) che dipinge paesaggi sonori memori del Ravel più malinconico. Molto molto bello.
- My Cosmic Autumn Rebellion. Tappeti sonori. Ancora suoni ambientali. Pochi accordi che ondeggiano come i movimenti di un respiro notturno dipingendo armonie dolcissime e malinconiche. Un assolo di chitarra sul finire pieno di riverberi (riecco la psichedelia). Bellissimo. Anzi, per il suo effetto complessivo, straordinario.
- Vein Of Stars. Ballata per chitarra, semplice e dai ritmi rilassati ma netti, con suoni di wha-wha e una melodia di intermezzo molto suggestiva. Mi ricorda un po' "In the Morning of The Magician", ma forse mi piace di più. Anzi, sicuramente mi piace di più.
- The Wizard Turns On... Strumentale, con urlo soffuso finale. Forse può ricordare leggeremente Approching Pavonis Mons By Balloon. Delle parti sembrano frutto di improvvisazioni (a base di assoli di flauto, o mellotron), al limite del jazz (sono forse pronti per il jazz psichedelico??). Molto molto interessante.
- It Overtakes Me/The Stars Are So Big, I Am So Small... Do I Stand a Chance? Rieccoci alla musica delle parti di Transmission. Irresistibilmente ritmata e anche in fondo un po' banale. Condita però degli stessi suoni di "Fight Test" da Yoshimi e di certi stratagemmi vocali già usati in "Talking 'bout the Smiling Deathporn Immortality Blues" (da "Hit To Death in the Future Head"). Ad un tratto sboccia la seconda parte del brano con la quiete di due brani prima che si libera completamente del ritmo e scivola sottile avvolta da tappeti sonori, voce e suoni algidi e carezzevoli. Infine un semplice arpeggio di chitarra a chiudere il tutto. Bellissimo.
- Mr. Ambulance Driver. Il brano che hanno mandato in avanscoperta qualche mese fa a sondare il pubblico. Non lo trovo straordinario e forse un po' banale. Anche questo pezzo però ha un inserto molto suggestivo (inclusa la sirena urlante della ambulanza). E poi, il testo non so di cosa parla, ma penso che sottointenda la stessa filosofia di "In a Priest Driven Ambulance". E mi commuovo. Il tutto non è male.
- Haven't Got A Clue Ancora una volta (la terza) i ritmi di Transmission rivisti con i suoni di Yoshimi. All'inizio continui shift armonici (molto particolari). Suoni di campanelli rendono l'atmosfera molto psichedelica. Ed alla fine, la solita calma che ritorna a riposare questa volta su tappeti sonori che evocano suoni e cori tipici di "The Soft Bulletin". Molto bello.
- The W.A.N.D. Brano prescindibile e che dà l'impressione che il disco si stia prendendo una pausa. Anche se molto ben orchestrato e pieno di trovate sonore. Andiamo avanti.
- Pompeii Am Götterdämmerung. Un ritmo incalzante tracciato da un basso per un brano in crescendo che sembra evocare una cavalcata o forse una eruzione... Discreto.
- Goin' On. Si finisce con una canzone molto pop anche se alla maniera dei Flaming Lips. Il giro armonico, molto bello, ricorda moltissimo un brano dell'ultimo Maximilian Hecker, "Summer Days in Bloom", molto bello anche quello in verità. Il tutto suona molto come un commiato malinconico.
A risentirci fra cinque anni. Lunga vita ai Flaming Lips.
PS. A proposito, l'album, appena esce, corro a comprarlo.
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