Oggi ragazzi, scavo nelle profondità fangose della storia, per far riemergere un tesoro nascosto di valore inestimabile. The Flock, il primo album eponimo, pietra miliare del Chicago sound e capolavoro senza tempo di tutta la discografia mondiale. Ma quanto è bello queto "Flock"? Da Chicago (Illinois) i Flock, sono stati una specie di rock-jazz band (solo per minimizzare) di stratosferica qualità, che non ha avuto il meritato successo commerciale come gli illustri Chicago o Blood Sweat & Tears, ma di gran lunga molto più interessanti. Band eclettica dalle risorse tecniche eccezionali per questo insuperabile lavoro del 1969, sfido chiunque a trovare un altro disco con le medesime caratteristiche, da competere con questo, che per inventiva, originalità, complessità degli arrangiamenti e sopratutto capacità di non far annoiare, anzi, di apprezzare il rhythm & blues reiterato e l'uso orchestrale della sezione a fiato, si pone in vetta agli altari musicali di tutti i tempi! Gli stili si alternano e si compenetrano in un modo incredibilmente fluido, dal r&b, al folk, al jazz, al blues e col canto soul, per un risultato di prog-rock non consueto e strabiliante.

Ma andiamo con ordine, i Flock, musicisti bianchi nella Chicago jazz nera, colgono sapientemente tutti gli impulsi e i fermenti della metropoli americana, trasformandoli in un coagulo sonoro di impareggiabile bellezza. Capitanata dal bravissimo e talentuoso violinista Gerry Goodman, (molti sapranno che fu membro della Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin, come sostituto della prima scelta Jean-Luc Ponty, impossibilitato ad unirsi per cause burocratiche) e dall'efficace chitarrista Fred Glickstein, dotato di una voce vitale e naturalmente aperta, con l'apporto di due sax e una tromba per gli incisi e le frasi, oltre al basso e alla batteria. I sette musicisti americani mettono in piedi il loro primo e unico magistrale lavoro degno di nota, frutto spontaneo dell'imperante scena sperimentale di Chicago.

Si parte con "Introduction", dialogo jazzato tra chitarra vellutata e violino nostalgico, per uno scherzoso preambolo dimostrativo che prelude ai 7:42 minuti di "Clown", r&b dalle venature hard, con stacchi soul e assolo distorto di chitarra elettica e sviolinata in piena di Goodman e dallo sviluppo evasivo e sognante molto articolato. Con "I am the Tall Tree", il canto evanescente di Glickstein accompagnato da cori soul alla H.P. Lovecraft, impreziosisce la narrazione musicale che si sussegue con cambi di umore imprevedibili ed esaltanti. In "Tired of Waiting", il violino vitalistico di Goodman fa da apripista all'entrata potentissima  e micidiale, quanto breve, di chitarra distorta di Glickstein, per aprire in r&b con conseguente assolo alternato tra i due strumenti. Con "Store Bought-Store Thought" si apre la seconda facciata, ma diciamo subito, come è possibile descrivere lo sviluppo sempre mutevole di simile capolavoro? Sono presenti  tutti gli ingedienti stilistici degli altri pezzi, con i tre blocchi predominanti, la voce, il violino, e la sezione fiati, da notare qui anche il notevole intervento della chitarra di Glickstein che dimostra non poca abilità. Ultimo brano in questione, sono i 15:25 minuti di "Truth", raccolta di dialoghi strumentali alternati da cornici orchestrali, dove i nostri eroi sfoggiano un'apoteosi tecnico-stilistica concessa solo a pochi , nella storia della musica rock, tutto scorre alla meraviglia, tutto è pura ispirazione, non ci sono momenti di stanca, ma nostalgie folk alternate a colpi di scena jazzati molto vitali, tutti episodi collegati fra loro alla meraviglia, narrati con citazioni della tradizione americana; il comun denominatore di tutto il disco, sarà l'America.

Non troviamo in Europa un corrispettivo, se non nei Catapilla o negli If, ma siamo a livelli di gran lunga inferiori. Annoveriamo dunque i Fock, tra i grandi  gruppi americani del '900, anche se solo per questa opera. Infatti non si ripeteranno nel successivo "Dinosaur Swamps", un vero peccato per quanto avevano dimostrato in questo fantastico artefatto. Consigliamo a tutti i buon gustai e in particolare ai detrattori del soul e r&b. Procuratevene una copia, non rimarrete delusi!

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