Diciamolo chiaramente: Lou Barlow è un NERD. Ha la faccia da nerd, ha gli occhiali da nerd e fa musica da nerd. Ha cominciato e finito una cosa molto più grande di lui, mentre stava seduto sulla moquette della sua camerettetta, nel silenzio generale, a scrivere d'amori nemmeno lontanamente sfiorati che poi finivano regolarmente strangolati o da uno schifosissimo quattro piste (ad avercelo un quattro piste, di quelli belli... magari della Teac) o dalle sue mani.
Sarà passato un secolo, ma nemmeno le lenti a contatto riuscirebbero a rendere Lou un pò più sveglio. Soprattutto sembra proprio che non abbia alcuna voglia di cambiare ed è questo che The New Folk Implosion (del 2003) documenta.
Le solite canzoncine smielate da cameretta, il solito Ringo sopra Folk e sotto Rock con crema di Pop, ma chi se ne fotte?
Questo disco è proprio bello. A tratti ti culla, a tratti di scuote, partendo dai piedi per arrivare fino alla testa, passandoti da parte a parte. Sarà la stupenda voce di Lou e il suo basso (che finalmente diventa potabile, con un tono), sarà la chitarra di Immad Wasif (Alaska! e Yeah Yeah Yeahs), sarà la batteria di Russ Pollard (Sebadoh e Alaska!) che non spreca un colpo nemmeno a spararlo, sarà che siamo tutti un pò nerd, sarà che amo i cardigan e che il cielo è blu, ma a questo disco finisco sempre per sorridere come un qualsiasi personaggio di un qualsiasi film di Cameron Crowe.
Se si è almeno un pò romantici e sentimentalmente portati il disco va assaporato in un soleggiato pomeriggio primaverile che buca le foglie di un alberata strada provinciale. Buono se si guida, ottimo se si alza anche una leggera brezza, strepitoso se si ha una sigaretta a portata di mano, fondamentale se si ha sul viso, al posto degli occhiali, dei fari rubati ad una vecchia Regata e nel cuore qualche amore irraggiungibile.
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