I Goo Goo Dolls nascono come una classica band punk-rock americana.

John Rzeznik e i suoi, nel lontano 1989 pubblicano il loro primo disco, 'Jed', mettendo in risalto sonorità tese e fortemente ritmate che permettono pian piano alla band di conquistare il panorama underground new-yorkese e poi quello americano.

Il loro stile aggressivo e poco di classe riempiva stadi e piazze di fan incalliti, ma non poteva permettere alle 'Bambole Appiccicose' di avere riconoscimenti planetari, il successo extra-continentale, il grande salto ed i conseguenti soldi a palate, tutte cose che probabilmente i nostri desideravano ardentemente, a tal punto che un giorno decisero di abbandonare la propria storia in favore di un genere molto più universalmente apprezzabile e semplice, più catchy, se vogliamo... insomma, più commerciale, finendo per prodigarsi in un netto e grottesco cambio di stile.

Lentamente, ma neanche troppo (forse già da 'A Boy Named Goo' del 1995) la band lascia trasparire segni di sempre maggiore e marcata distensione musicale, le canzoni sono meno ritmate e il tutto prende un sapore maledettamente orecchiabile: pian piano nelle mani di John Rzeznik la chiatarra acustica prende il posto di quella elettrica, e ne consegue un cambio di sonorità. Ma il processo mutatore dei Goo Goo Dolls si completa finalmente (si fa per dire) nel 1998 con il celebre 'Dizzy Up The Girl', che assiame agli album successivi, consacrerà la band nei tanto agognati palcoscenici mondiali; saranno per un periodo i re della musica globalizzata e conquisteranno il mondo con brani come "Iris", "Slide", "Here Is Gone", pezzi che nella loro semplicità musicale sono tutt'altro che da buttare, in quanto divertenti, emozionali, delicati. Ma i Goo Goo Dolls non sono più gli stessi.

Il 4 luglio 2004, in occasione della Festa dell'Indipendenza, è in programma un maxi-concerto dei nostri in quel di Buffalo, che verrà integralmente registrato e pubblicato con tanto di dvd. Sotto al palco il colpo d'occhio è impressionante come ai vecchi tempi, tutto sembra immutato; in realtà però neanche la marea di fan non è più la stessa, a parte magari qualche eccezione, qualche vecchio affezionato. E non potrebbe essere altrimenti: il tempo ha cambiato tutto. Se ci si aspetta di trovarsi catapultati in un ambiente frizzante, con ritmi altissimi, voci urlanti e prepotenti e musica aggressiva, hard o distorta, si rimarrà delusi e interdetti. Infatti vengono riproposti e suonati dignitosamente tutti gli ultimi grandi successi, da "Big Machine" a "Slide", e un altro bel numero di canzoni lente, orecchiabili, che creano quella tanto semplice ed apprezzata atmosfera triste, pseudo-sentimentale e romantica tipica delle ballate amorose pop-rock, nelle quali i Goo Goo Dolls sono ormai specializzati, e che riscuotono semrpe grandi applausi ed urla di fan impazzite di gioia che cantano a squarciagola, tanto che spesso la bella voce di John lascia il posto a cori del pubblico (e la qualità audio del disco ne risente).

Ogni tanto i Goo Goo Dolls ci mettono in mezzo però qualche pezzo in vecchio stile, riprendendo in mano la chitarra elettrica trascurata ed impolverata, e di buona lena ci propongono canzoni come "January Friend", "Smash" e "Tucked Away", cantate dal bassista Robby Takac, una voce molto più roca e distorta, ma soprattutto la vitale ed incazzosa "Cuz You're Gone", inasprita da una parte urlata da John e dalla sua chitarra elettrica, quasi a voler dire ai fan: "Sentite qua, una volta noi eravamo questo! Non ce lo siamo dimenticato e vedete di ricordarlo anche voi!" Ma i brani che il pubblico adora sono ben altri. Ed allora si conclude in gran stile con "Broadway" in una bellissima versione live, canzone che con le sue note malinconiche ti fa perdere nello smarrimento racchiuso nelle parole del testo; e poi la ballata "Iris", orecchiabilissimo ma non per questo banale cavallo di battaglia dei nuovi Goo Goo Dolls. Il saluto finale è affidato a "Give A Little Bit", già proposto come track n1 in studio version, pezzo che verrà inserito nel successivo album.

In sostanza i Goo Goo Dolls sono una band che dopo dieci anni di carriera e 5 album in buon stile, fatto ciò per cui avevano la vocazione naturale, hanno cambiato faccia, dando alla luce musica molto più facilmente e superficialmente apprezzabile, e proprio per questo più banale, riempiendosi le tasche e tradendo i loro vecchi fan. Le loro canzoni poco impegnate, romantiche e acustiche mantengono una certa dignità artistica e sentimentale, sanno creare una bella atmosfera, ma ormai non sono altro che canzoncine buone per ogni occasione, senza troppe pretese, rivolte al pubblico più vasto del mondo, quello di chi si accontenta di ciò che fa sentire la tv. All'inizio eran dei poveracci che nessuno conosceva, ma erano un gruppo particolare, con caratteristiche proprie e uniche nel loro piccolo. Ora sono ricchi sfondati e tutti li conoscono, ma non sono più nulla, nient'altro che una goccia nell'oceano della musica, uguali o troppo simili a tanti altri.

In pochi se li ricorderanno.

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