Non hanno bisogno di molte presentazioni gli svedesi Hellacopters; sono stati insieme ad altre dirompenti band come Gluecifer, Turbonegro, Puffball, tra i migliori esponenti di quel revival Garage-Hard Rock risorto a metà degli anni novanta nella penisola scandinava. Anzi aggiungo che per quanto mi riguarda sono il gruppo che ho più apprezzato di questa scena. Una carriera durata una quindicina d'anni; fondati e guidati da Nicke Andersson che si era fatto le ossa come batterista negli Entombed.

In questo lasso di tempo hanno pubblicato sette album e un infinità di mini LP, split album, singoli; una discografia corposa ma molto disordinata. Per fortuna hanno avuto la brillante idea di pubblicare un paio di raccolte antologiche, con l'azzeccato risultato di mettere ordine a quanto prodotto al di fuori dei lavori sulla lunga distanza.

"La crema del sudiciume!" è l'elegante titolo scelto da Nicke e compagni per questa corposa antologia; andando a raccogliere ben diciotto brani per un'ora esatta di durata complessiva; sessanta minuti al fulmicotone. A livello musicale non si inventano nulla è giusto dirlo; prendono spunto a mani basse dal grezzo suono di Stooges, MC5, unendoci l'Hard-Glam dei Kiss più sanguinari. Centrifugando il suono che ne viene fuori con un'atteggiamento ed una micidiale carica Punk che tutto travolge; non lasciano superstiti nel loro devastante impasto sonoro.

Il tellurico inizio è affidato a "Thanks for Nothing": colpiscono subito forte con un brano che acquista potenza e dinamicità nel suo scorrere, fino ad un finale energico ed esaltante; le chitarre devastano e dettano legge, diventando assolute protagoniste come un quasi tutte le rimanenti canzoni. "Makes It Alright" è un velocissimo viaggio notturno di breve durata: si lanciano a mille all'ora in una cavalcata di sano Rock'n'Roll, grazie ad un suono di tastiere che si aggiunge al resto degli strumenti. Un'autentica orgia in musica!!

C'è anche il tempo per rallentare, per prendere una boccata di ossigeno; ed allora giustissimo citare la cover di "Gimme Shelter". Non credo serva scrivere il nome della band che scrisse tale capolavoro. Gli Hellacopters la trattano con il giusto rispetto, approcciandosi al brano con una delicatezza mai udita prima nella loro carriera; sul finale comunque spingono sul pedale del gas. La voce diventa d'improvviso graffiante e tutti gli strumenti vengono maltrattati a dovere: una parte del rispetto va davvero a farsi benedire.

Ma è tempo per riprendere a picchiar giù duro, a devastare; ci pensano allora i nemmeno due minuti di "Tilt City". Siamo semplicemente dalle parti dell'Hardcore-Punk; un'inno alla devastazione. Come degli Exploited ma ancora più incazzati e rissosi. Si arriva così spediti all'ultimo brano "Lowered Pentangles (Anything at All)" tratto da uno split-single con i The New Bomb Turks. Hard-Rock di settantiana memoria, dal drogato incedere nel narcolettici secondi finali.

Ci sono anche altre cover; ma qui mi fermo...I GOT A RIGHT...

Ad Maiora.

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