Un velo denso di feedback, acuto e graffiante, copre una melodia lineare, dolce, accattivante, in pieno stile pop, insomma; e allora pensi: "Chi cazzo ha rovinato 'sto bel vinile?".

E invece no, devi ricrederti, nessuno ha graffiato il vinile, e il tuo giradischi non è rotto. Sono i the Jesus and Marry Chain, gruppo scozzese  fra i più importanti precursori e fautori del genere shoegaze.

"Upside down/Vegetable Man" (1984, Creation) è un singolo 2-sides, il primo della band. E' composto di due brani: "Upside down" e "Vegetable man", quest'ultima è la cover di una canzone che Syd Barrett ha scritto per i Floyds.

Entrambi sono brani brevissimi (circa 6 minuti la durata complessiva), di struttura molto semplice, il cui ordine apparente viene spezzato da un potente strato di feedback, un urlo infinito e disumano.

La melodia allora va in secondo piano - sotterrata da sempre più frequenti interventi della chitarra - fino a tramontare e infine scomparire.
Sei minuti che sembrano non finire mai, che diventano quasi una tortura per le orecchie.

Un misto fra Lou Reed e al suo "Metal Machine Music", i Cure, i Joy Division, il pop rock anni '80 e - nel caso di "Vegetable Man" - alcuni elementi punk blues; non mancano anche riferimenti psichedelici à la Spaceman 3, o My Bloody Valentine.

Due brani profetici, precursori dello stile noise-pop che caratterizzerà la band Scozzese nei decenni successivi.

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