Vi piace il garage punk, lo stoner, il retro-rock… in pratica il puro e semplice rock ‘n’ roll che vi farà tanto ciondolare, muovere la testa e perché no ballare a ritmo di musica?

I The Lords Of Altamont sono un quintetto fissato per le belle moto, le chitarre fuzz e gli organi hammond. Tutti e 12 i pezzi che compongono questo “To Hell With The Lords” del 2003 sanno trasmettere le giuste emozioni, l’album è stato ristampato nel 2022 dalla Heavy Psych Sound Records che è diventata la casa di altre band stoner rock e affini e che ha pensato bene di rimasterizzare il tutto e devo dire che l’operazione è pienamente riuscita.

“To Hell With The Lords” sembra uscito dagli anni d’oro dei Seventies e ci regala emozioni da troppo tempo sopite con pezzi come “The 7th Day”, pezzo anthemico e dall’urgenza ed espressività del puro rock ‘n’ roll, “Too Old To Die” inizia con un organo hammond per poi infuocarsi in un chitarrismo sfrenato e a trainare tutto la voce del cantante, roca e sporca che sa di sudaticcio e ci fa sudare anche a noi a ritmo della loro musica.

Ah, dimenticavo di dirvi che la formazione originaria è stata fondata a Los Angeles da membri di The Bomboras, MC5, Fuzztones e The Cramps… quale migliore biglietto da visita allora?

Questo album è il primo di sei rilasciati ed è veramente una bomba. Un altro dei pezzi più trascinanti del lotto si intitola “Come On!” e le chitarre fuzz viaggiano che è una meraviglia con quell’organo che è parte integrante del sound della band (sentirete anche una armonica a bocca) davvero un pezzo da ballare e riascoltare, come anche “Twisted Love” nei suoi 2 minuti di durata ci fa venire voglia di bere birra e rimbalzare da una parte all’altra della camera a ritmo di un sound bello corposo, una colonna sonora per motociclisti strafatti e ubriachi, ideale per film come “Easy Rider”.

“Knock Knock” il pezzo più lungo dell’album (dura quattro minuti) è una ballad garage rock dai contorni western davvero notevole. Anche “Stripped Down” con quel suo organo fuori controllo è fenomenale, “Born To Lose” pezzo che chiude questi focosi 32 minuti di durata fa viaggiare come tutti gli altri pezzi e c’è spazio per fraseggi chitarristici garage davvero belli da sentire e da mettere nello stereo a tutto volume.

Almeno un ascolto è obbligato per gli amanti della musica libera e per i nostalgici di tanto sano e sporco rock ‘n’ roll.

Grande album.

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