Negli anni '80 che in molti ci ricordiamo per giacche e Duran Duran c'erano anche un sacco di altre cose...
Quegli anni ci hanno regalato la fine di quel che era cominciato nei '70 con l'addio del punk storico e ripartenze grandiose con gruppi che hanno segnato il passo nella musica mondiale risettando schemi, ridisegnando scenari e reimpostando standard, non solo nella wave ma anche nel midollo del rock stesso: potremmo fare nomi a iosa e ognuno avrebbe i suoi da aggiungere/togliere.
La scoperta della scena "aussie" aveva appena ricordato che qualche punk era morto ma il punk non lo era affatto e anzi i germi avevano traslocato per infettare altri. Chi era già infetto, continuava a fare del suo meglio per diffondere il morbo. È di uno di questi focolai di malattie punk (o "post-punk" come si leggeva allora) che devo assolutamente parlarvi, prima che sia troppo tardi e i loro cd dagli scaffali dei 5 euro passino al regno degli introvabili.
Nel 1981un certo Stiv Bators, il segaligno frontman degli indimenticabili Dead Boys, dopo un disco solista per la Bomp si era stufato dell'America e se ne era scappato in Inghilterra, dove insieme ai rimasugli degli Sham 69 minus Pursey - col nome di Wanderers - aveva pubblicato un altro album, intitolato "Only Lovers Left Alive" desinato a nessun riscontro.
Così non va, pensò probabilmente il nostro emulo di Iggy, un fascio di nervi scampato alla coscrizione e al Vietnam per un fisico che lo fece definire "an ill nuorished imp". E raggiunto da (udite, udite) Brian Jones e Rat Scabies dei Damned che si aggiunsero all'ex hersham boy Dave Tregunna abbandonò idee balzane di riciclo come l'Eric Carmen del punk e si rimise i pantaloni di pelle.
Rat Scabies venne poi sostutuito da Nick Turner dei Barracudas, ma i Lords of the New Church erano nati. Usciva nel 1982 il primo disco con il loro nome. E che altro nome profetico potevano trovare, migliore di questo? La loro era semplicemente LA musica, quello che tutti avrebbero voluto sentire dopo che i Sex Pistols si erano sciolti e Iggy Pop si perdeva nella nebbia degli Arista years... La quintessenza della rabbia proletaria inglese + la violenza fine a sè stessa delle notti al CBGB, il suono del rock più sporco e malato e perversamente desiderabile che fosse uscito da un amplificatore dopo le Dolls e degli sprazzi di lucidità di Thunders, più "old style" delle geniali revisioni operate dai Gun Club, Dinosaur Jr., Husker Du, Descendents e quanti altri, e senza dover andare agli antipodi per scovare gli emuli dei Birdman. Qui non si respirava aria nuova, ma si stava al cospetto del sacro: eri in una chiesa e si respirava l'incenso del vecchio, ancestrale rito del rock'n'roll, tutto profanissimo, tutto meravigliosamente grezzo, sporco e cattivo come dev'essere.
I Lords faranno 3 album (il primo per la Illegal e gli altri due per la leggendaria IRS) e una manciata di singoli più alcune uscite live, continuando la loro carriera fino all'89, quando Stiv Bators manda tutti a stendere e trova - poveraccio - la sua fine nemmeno un anno dopo a Parigi.
I tre album in studio sono tutti e tre capolavori, con uno stile musicale inconfondibile e una musica che diventa sempre più nera, più tenebrosa, più personale: Bators è un'icona del punk, inconsapevole della sua capacità di esserlo solo nel momento in cui smetteva di cercare questo status volontariamente, e la verve musicale di Brian James, se mi si permette, non è da meno; i Lords riempiono vuoti terribili lasciati da defezioni e fatalità celebrando per gli adepti fino a quando il tempio non cadrà nella rovina di un culto che si spegne ma non muore, nell'attesa di altri dei.
Per riassumere tutta la trilogia (dove la mia personale preferenza va a "Method To My Madness": stupendo, e la title-track uno dei 10 pezzi più belli della musica universale) diamo brevemente conto della bellisima antologia, "Killer Lords", uscita in cd nel 1993, che annovera capolavori assoluti come "Method To My Madness" appunto e la grandiosa "Murder Style" insieme a pezzi di punkissimo livello come "Fresh Flesh" e la ballatosa "Gun Called Justice" dal loro ultimo album insieme a "Open Your Eyes" più "New Church" , "Russian Roulette", "Dance with Me" e la splendida "Live for Today" dai due lavori precedenti più i soliti inediti e lati B.
Ascoltate la voce inconfondibile di Stiv con il rispetto dovuto a un gran sacerdote del punk: quelli dei Lords erano i dischi che ci volevano nel momento in cui sono usciti, sono ancora album che non avere ascoltato almeno una volta è un delitto. Pensateci sopra, se amate il rochenrol.
1. Dance With Me (Re-mix)
2. Hey Tonight
3. Russian Roulette
4. Murder Style
5. Black Girl White Girl
6. Live For Today
7. Method To My Madness
8. Open Your Eyes
9. I Never Believed
10. Lords Prayer
11. New Church
12. Like A Virgin
13. Girls Girls Girls
14. Opening Nightmares
15. Dreams & Desires
16. I'm Not Running Hard Enuff
17. Fresh Flesh
18. Sorry For The Man
19. Gun Called Justice
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