Lo dico subito: l'oretta scarsa che compone quest'album sarà una delle meglio spese delle vostre vite. A costo di passare per nerd non posso che affermare con certezza che questo è uno dei dischi più belli che io abbia mai ascoltato.

Questo gruppo, The Protomen, si è guadagnato un seguito di fan che li segue ovunque e li venera, e seconda la mia modesta opinione è completamente meritato.

La band, composto da dieci elementi, è al suo secondo album, questo "Act II – The Father of Death" che di fatto risulta un prequel della storia raccontata nel primo disco, omonimo, ribattezzato dai fan "Act I – The Sons of Fate".

Già, perché quella che sentirete narrata in questo album è una storia, che configura questo disco come il precedente come rock opera. La storia trae ispirazione dalla saga di videogames Mega Man, da cui riprende personaggi e situazioni, pur concedendosi molte licenze, facendo virare la storia verso un tragico racconto distopico in cui il malvagio Dr. Wily prende il controllo della città governandola attraverso robot e macchine, tenendo psicologicamente e fisicamente schiava la popolazione, con evidenti citazioni da romanzi come "1984" di Orwell e "Brave New World" di Huxley.

Dopo la breve intro “Intermission”, in “The Good Doctor”, song in salsa western, vengono subito presentati due dei personaggi principali, ossia Albert Wily e Thomas Light, antitesi l'uno dell'altro. Quest'ultimo ha subito la perdita del padre, che ha “lavorato fino alla tomba” come minatore pur di mantenere la sua famiglia. Insieme al suo amico fraterno Wily decide dunque di creare dei robot che si occupassero dei lavori più pesanti per conto degli esseri umani. Il Dr. Light ha però ripensamenti, pur però rendendosi conto che ormai lui e il suo collega si sono spinti troppo oltre. Attivano quindi le macchine, con Light che lascia il laboratorio, sopraffatto dai dubbi sul futuro della città e sulle reali intenzioni di Wily.

Arrivato a casa per raggiungere la sua amata, Emily (personaggio non presente nella serie videoludica), Light scopre che Wily era giunto prima di lui, accompagnato da uno dei suoi robot. Emily rifiuta l'offerta di Albert di andarsene con lui in “Father of Death”, e quest'ultimo dà ordine al robot di ucciderla. Thomas arriva troppo tardi, trovando il coltello usato per uccidere Emily; la polizia lo trova proprio nell'atto di esaminare il coltello e pensando fosse il responsabile dell'omicidio lo insegue.

Mentre Light viene braccato, in “The Hounds”, Wily tiene una conferenza stampa in cui accusa l'ex amico e collega dell'assassinio, promettendo che quest'atto non resterà impunito.

Processato in “The State Vs. Thomas Light”, il Dr. Light sfugge alla condanna a morte, ma è inseguito dalla folla che, credendolo un assassino grazie alle parole di Wily, lo vuole morto (“Give us the Rope).

Ostracizzato Light, Wily è libero di attuare il suo piano senza nessuna resistenza. Negli anni successivi i cittadini divengono sempre più dipendenti dalle macchine, diventate componente irrinunciabile delle loro vite, trasformando la città in una metropoli ipertecnologica (“How the World Fell into Darkness”).

Il racconto riprende, svariati anni dopo, presentandoci un nuovo personaggio, Joe, che richiama Sniper Joe, i nemici in Mega Man; in questa seconda parte è evidente un cambio stilistico che rimanda al rock anni '70/'80, con abbondante uso di synth e ritmiche prossime alle power ballad. In “Breaking Out Joe, stanco di quello che la città è diventata, progetta di fuggire, inseguito dal “demone dagli occhi rossi”, che altri non è se non il robot che anni prima uccise Emily.

Quando in “Keep Quiet” si rende conto di essere seguito, affronta il robot in combattimento, riuscendo a danneggiarlo e a resistere fin quando un anziano Dr. Light entra in scena per distruggere il “demone” e salvare Joe, offrendo a quest'ultimo il casco verde del robot, con un richiamo ancora più evidente al personaggio del videogame.

Insieme i due progettano di rovesciare Wily e liberare finalmente la città in “Light up the Night”, canzone rock carica e coinvolgente: Joe riesce a fare irruzione nella torre dell'antenna che permette a Wily di spiare i cittadini e inculcare nelle loro menti le sue bugie.

A bordo della sua motocicletta, Joe piazza l'esplosivo nella torre per distruggere il trasmettitore in “The Fall, rimanendo però tragicamente ucciso nell'esplosione.

Wily non si era però fatto trovare impreparato, avendo già predisposto un altro trasmettitore in caso di attacco, e grazie a questo attacco ha l'occasione di prendere completamente il controllo della città, ponendola sotto legge marziale.

In “Here Comes the Arm” il Dr. Light inizialmente pensa di arrendersi e consegnarsi all'armata di robot di Wily; legge finalmente l'ultima lettera che Emily gli scrisse la notte in cui morì, e che non era mai riuscito a trovare la forza di leggere. Trovando la forza nelle parole dell'amata, Thomas rinuncia al tentativo di suicidio e riferendosi a Joe, gli chiede di dire all'amata di aspettarlo ancora, perché sente di avere ancora lavoro da fare.

Il disco si chiude, mentre Light toglie l'elmo dal corpo senza vita di Joe e fugge nelle tenebre mentre l'armata di Wily si avvicina.

La storia continua nell'Act I, che però presenta connotati stilistici e di produzione radicalmente diversi, con sonorità più grezze e immediate.

Chiedo scusa per la forse eccessiva prolissità, ma ritenevo che un minimo riassunto della storia fosse necessario per spiegare quanto viene narrato.

Le highlights dell'album sono sicuramente “Father of Death” e “Light up the Night”, molto diverse tra loro ma capaci di trasmettere tutta la carica e la tensione emotiva possibili.

L'ascolto di questo album unico è veramente raccomandato a tutti voi, forse proprio anche prima dell'Act I, per meglio comprendere la storia in esso raccontata.

Nota particolare per il booklet, indispensabile per comprendere anche le parti narrate, oltre ai dialoghi contenuti nel cantato, curato e graficamente sublime.

Buon ascolto!

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