"Prego lasciate che mi presenti
sono un uomo ricco e di gusto
sono stato in giro per molto tempo
rubai molte anime e sottrassi molta fede agli uomini"
Un drumming tribale che si protrae per 6 minuti e 23 secondi, urla animalesche e inquietanti. La voce di Jagger e il pianoforte di Hopkins. Quattro accordi. Un inizio folgorante e pacato che in un crescendo strumentale e vocale esplode in uno degli assoli di chitarra elettrica migliori di Richards e del rock tutto. E sfuma lentamente...
Si apre così "Beggars Banquet", il migliore, il più variegato, il più innovativo, il più scandaloso e scandalizzante disco degli Stones: con "Sympathy for the Devil"; c'è forse bisogno di tradurre? Il Diavolo, impersonato da un Jagger quanto mai luciferino e sarcastico, si presenta al mondo. E lo fa con molta cortesia e con un pizzico di presunzione, vantandosi dei suoi numerosi successi e puntando il dito contro gli uomini, impegnati nei secoli a combattere e morire "per gli dèi che loro stessi avevano creato". Lui c'era, quando Gesù Cristo vagava nel dubbio e nel dolore, e si assicurò personalmente che "Pilato si lavasse le mani, sigillando così il Suo destino"; c'era nei paraggi di San Pietroburgo, quando vide che "era tempo di cambiamenti"; c'era alla morte di Kennedy. E' un mondo dominato dal male? Sicuramente dominato da un'entità superiore, che chiaramente non è quella che si aspettano religiosi e credenti. Questo "sabba demoniaco" creò a suo tempo molto scalpore e fu censurato più volte. E gli Stones furono accusati di satanismo e quant'altro. E' proprio vero che l'ignoranza genera terrore e fanatismi...
Una dolce chitarra acustica apre "No Expectations". E' una "ballad" dal ritmo molto più pacato della precedente traccia. I "duri e sporchi" Rolling Stones dimostrano qui più che in altre composizioni il loro valore di "songwriters" e di saper uscire con facilità dalla pura e cruda "canzone rock". La voce di Jagger è più melanconica e di una profondità incredibile, gli inserti pianistici dialogano con la chitarra in un connubio paradisiaco. Si parla di amore, di amore infranto, di amore volubile, di un amore "come l'acqua che scorre su una roccia". Una delusione d'amore dunque. Una delusione d'amore che va curata. "Aiutami perfavore dottore! Puoi rimettere il mio cuore al suo posto?". I 3 minuti e 24 secondi di "Dear Doctor" ci portano verso temi simili ma più ironici, sottolineati da un sound più "cantilenante" e da una spettacolare voce in falsetto verso la metà del brano. Il duetto Richards-Jagger alla voce rende molto bene ed è accompagnato da un giro di chitarra acustica semplice che si scolpisce nella mente al primo ascolto e da un'azzeccatissima armonica a bocca.
La successiva "Parachute Woman" è uno dei brani meno riusciti dell'album. Un ritmo incedente ancora di chitarra e armonica accompagna la voce di Jagger che spazia tra toni alti e bassi. Da sottolineare il breve "solo" finale di armonica. Di tutt'altro spessore è "Jigsaw Puzzle", uno dei brani migliori del disco. L'onnipresente pianoforte di Hopkins svolge qui un ruolo fondamentale e si accorda perfettamente con lo slide di Richards. Il testo è un insieme di visioni allucinate, collegate tra loro senza un apparente filo logico.
Siamo a metà album. I temi e toni sono stati molti e multiformi. Ma non scordiamoci di essere nell'estate del '68, l'anno della protesta, degli scontri, delle università occupate. "E' il tempo giusto per combattere nelle strade, ragazzo" (ma è veramente così... ?). "Street Fighting Man" da voce al movimento giovanile di quel tempo, con un'energia musicale non indifferente ma con una punta di rammarico. Perchè nella "Londra addormentata" non c'è più posto per un "uomo che combatte per strada". L'unica alternativa per ribellarsi al sistema e scandalizzare borghesi e perbenisti è cantare in una rock band cose fino ad allora impronunciabili. Ed è quanto gli Stones hanno fatto. E ci sono riusciti benissimo. Basti vedere il testo di "Stray Cat Blues". Musicalmente il brano non aggiunge nulla di nuovo al sound Stones. Influenze blues e anticipazioni di hard rock, classico giro di accordi, chitarre distorte e assolo finale di Richards. E' il testo la vera novità. Di una violenza e una crudezza inaudite. Chi parla non è altro che un pedofilo che si rivolge ad un ragazzo non più grande di quindici anni. "Oh si, sei come uno strano gatto randagio... scommetto che tua madre non sa che urli così. . . non sa che sputi così... non sa che mordi così... sei così lontano da casa ma a tua madre non interessa poi molto...".
L'elegia di "Factory Girl" ci riporta a temi più tranquilli, ma comunque non esenti da una certa "denuncia sociale". La ragazza di cui si parla lavora infatti in una fabbrica, non ha soldi, ha i pantaloni rotti e i vestiti pieni di macchie. L'album si chiude col coro di "Salt Of The Earth, un brindisi a chi fa parte di questo mondo ma ne è escluso, ai lavoratori, ai soldati semplici e alle loro famiglie. Una preghiera corale, un inno di speranza, un barlume di luce. Il pianoforte di Hopkins è sublime, lo slide di Richards coinvolgente, la voce di Jagger emozionante. La degna conclusione di un disco senza tempo.
Non mi voglio soffermare più a lungo ad elogiare l'importanza musicale e storica di questo album. Preferisco spendere due parole per la copertina. A suo tempo fu ovviamente uno scandalo. Nient'altro che il muro di un qualsiasi bagno pubblico, imbrattato da scritte anonime. Ma è veramente solo questo? Personalmente vedo in questa immagine un "elogio del brutto", un'opera degna di figurare accanto ai grandi capolavori della pop-art (non per niente la copertina di un altro album degli Stones, "Sticky Fingers", fu ideata da Andy Warhol) e allo stesso tempo una messa in luce della perdita dei valori del tempo. Si legge: Bob Dylan's dream, LOVE, il simbolo della pace. Ma dove sono scritti? Su uno squallido muro di un ancora più squallido bagno. E' la distruzione del mito hippie "peace & love", ridotto a semplici scritte e accostato a simboli di dubbio gusto. Gli "swinging sixties" sono ormai al termine... ma questa è un'altra storia.
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