E' il 1968. L'appena terminata estate dell'amore appassisce sotto le torride ondate di manifestazioni studentesche di tutta Europa; la lotta contro l'autorità di istituzioni come la famiglia, la religione e lo stato era attuata "con il sangue e con il ferro" (per dirla alla Bismarck).
I nuovi ribelli del 68, i giovani che per la prima volta nella storia del genere umano avevano i soldi in tasca, i miscredenti atei e idolatri di Che Guevara, quelli che imbrattavano i muri dell'università di Parigi, coloro i quali rifiutavano contemporaneamente i valori borghesi e la nuova industria nata apposta per loro, possono contare su di un'arma mai come allora più efficace: il rock. Anche per il figlio del blues é un periodo di turbolenti mutamenti: i futuri Genesis, ancora adolescenti, elaborano fra i banchi del liceo il progressive; il robusto power blues dei New Yardbirds, i futuri Led Zeppelin, di Jimmy Page emette i suoi primi vagiti, con le ormai prossime esibizioni in Scandinavia; la psichedelia, nelle menti di personaggi come il buon folle Syd 'Madcap' Barrett dei Pink Floyd, assurge finalmente al rango di vera, grande opera d'arte, in lavori come A Saurceful Of Secrets.
E ai Rolling Stones cosa stava succedendo? Dopo il pop del primo 67 di "Between The Buttons" e la sbandata psichedelica, tutta fiori e ghirlande, del balordo "Their Satanic Majesties Request" alle calcagna dei Beatles, gli Stones vivono una presa di coscienza: fare gli hippie non é nelle loro corde. E come avrebbero potuto, poi: proprio loro erano stati i responsabili dell'immagine più trasgressiva e avversa del rock. Complice la sempre più precaria influenza di Brian Jones (anche se in questo microsolco il suo apporto è ben lungi dall'essere assente), morto un anno dopo, la premiata coppia Jagger/Richard (prima che si chiamasse Richards) segna un deciso, ostinato e categorico ritorno alle radici rhythm and blues della band. Preceduto a maggio dall'ottimo singolo Jumpin' Jack Flash, nel novembre del 68 esce nei negozi "Beggars Banquet" (Il Banchetto Del Mendicante). Capostipite di una tetralogia di capolovori e pietre miliari della storia della musica, che enuclea "Let It Bleed", "Sticky Fingers" e "Exile On A Main Street", il disco era un'autentica bomba già alla data di pubblicazione.
La volgare e decadente copertina, raffigurante un'insozzata e diroccata latrina, rifiutata negli USA e sostituita da un'innocua e ruffiana imitazione di un verginale biglietto da visita, segna il ritorno al lato oscuro della Rock e alla loro immagine di "brutti sporchi e cattivi". Ispirata dalle allora contemporanee vicende politico-sociali, la superba "Street Fighting Man", anche singolo conduttore del disco, diventa una profonda riflessione sui temi cruciali della vita da ribelle. Ma il vero capolovoro della raccolta é la sinistra "Sympathy For The Devil", dove le esplicite liriche sataniche, influenzate dalla lettura di "Il Maestro E Margherita" di Bulgakov, gli infuocati fraseggi di Keith Richard, le eleganti partiture per piano di Nicky Hopkins e la perfetta interpretazione vocale di un dotto e acuto Lucifero da parte di Mick Jagger, fanno di questo brano un contributo tanto epico quanto terrificante alle pagine della Storia del Rock. In "Stray Cat Blues", Jagger e compagni analizzano le tematiche sessuali già portate alla ribalta nei precedenti lavori. Brain Jones riemerge temporaneamente dall'abisso oscuro delle droghe e della depressione, prima di precipitarvi definitivamente, e regala all'ascoltatore delle vere perle: "No Expectations" (grande pezzo di Sitar) e "Dear Doctor". Con una cornice intarsiata sui cupi bassifondi di New Orleans o Chicago, questo album é stato ed é uno dei pilastri del R&B.
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