Ci sono cose che fanno sentire vecchi. Non perché ricordino lo scorrere del tempo, le epoche andate o cose del genere. Fanno sentire vecchi perché sono cose da barbogi lamentosi e noiosi. E i vecchi spesso sono così: me ne accorgo io man mano che passa il tempo e se ne accorgono gli anziani stessi. So bene che quando sarò pensionato (intorno al 2052) sarò bofonchione e lamentoso. Un po' come un mio vecchio zio, ma senza foto del duce sul comodino.

Uno diventa un vecchio barbogio quando inizia a rispondere in questa maniera ai giovani:

D: "Ehi nonno, non l'ho mai sentito nominare questo disco dei Rolling Stones, è uno dei più brutti?"

R: "Ma che brutto e brutto: è un disco di scarti e di demo. E ci sono gruppi in giro che pagherebbero oro per fare un disco di scarti così valido! Oro!"

Sfido chiunque non sia Vittorio Sgarbi a sostenere che questa non sia una risposta da rompiballe. Il punto è che spesso i vecchi hanno ragione, anche se sono troppo rompiballe per saperti convincere. E più passa il tempo più ti accorgi che inizi a pensare come loro. Come io, che a ventisei anni ho iniziato a pensarla come mio zio su tante cose. Il punto è che questi pensieri da vecchio lui ha iniziato ad averli a cinquantasei di anni, prima che io nascessi. Precisiamo: la penso come lui su tante cose, ma non su tutte: lui usa come segnalibro una foto di Balbo & De Bono & De Vecchi & Bianchi, io una di Jagger & Richards & Jones & Watts & Wyman

Metamorphosis è un disco dei Rolling Stones uscito nel 1975. Qui vi sono due considerazioni da fare.

A: I Rolling Stones iniziavano già ad essere considerati dei vecchi rompiballe.

B: Passa meno tempo dalla morte del duce a questo disco che da questo disco a oggi.

Un LP uscito tra due album, It's Only Rock 'n Roll e Black and Blue che avevano convinto tanti ma esaltato pochi. Una compliation contenente canzoni scartate da altri dischi e versioni alternative di canzoni arcinote. Quindi grande spazio d'azione per le tre categorie di lamentosi per antonomasia:

Il vecchio: "Ah la musica der diàulo!"

Il Giornalista Serio: " Probabile pochezza d'idee concretizzatasi in una banale mossa commerciale che potrebbe rappresentare i prodromi di.."

Il coglione che commenta tutto su internet non ha risposto, perché grazie a Dio nel 1975 non esisteva ancora.

Una persona non propensa a lamentarsi a prescindere darebbe invece più spazio ad un altro ragionamento: prendiamo le cose per quello che sono. Che è palesemente una di quelle massime di filosofia spiccia da osteria valide per tutte le occasioni. Ma se l'osteria fosse un luogo di errore e di turbamento non ci passerei i miei pomeriggi dilapidando il mio patrimonio in vino rosso e gin tonic in mezzo agli anziani. E prendendo le cose per quello che sono ci si accorge che Metamorphosis è un disco tanto bellino, tanto carino. Abbastanza bello da non sfigurare nel novero dei migliori dischi stonesiani di seconda/terza fascia, quindi aveva davvero ragione il nonno quando diceva che molti gruppi darebbero un rene per fare un disco d'inediti così valido. E pazienza se, com'è inevitabile, le versioni qui contenute di canzoni già note sono spesso un po' pacchiane, con le loro aggiunte di coretti archi e voci femminili. Ma chiunque ha ogni tanto il bisogno di mettersi a canticchiare beachboyosamente I'd Much Rather Be with the Boys, di ascoltare una Out of Time con la stessa base dell'originale di Chris Farlowe, di sentirsi una Heart of Stone con Jimmy Page alla chitarra (così dicono e mi fido) o di recuperare brani scartati da capolavori di LP che non starò nemmeno a nominare.

Sono le cose come questa che mi convincono che anche quando sarò ottantenne, bianco e rugoso come Keith Richards, vorrò ancora bene ai Rolling Stones. E continuerò a non volere foto di quadriumviri fascisti in casa mia. Anche se all'età di Keith Richards ci arriverò con il doppio degli acciacchi e con un quinto delle droghe. Ma non si può avere tutto nella vita, però ci sono dischi di scarti come Metamorphosis e non mi lamento.

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