Da bravo dittatore iperattivo ed iper-prolifico, Billy Corgan ha sempre dimostrato una certa passione per la magniloquenza e la sovrabbondanza. Il tempo però difficilmente è generoso. Ed è così che ad opere rifinitissime, curatissime, deliziosissime (sapete di cosa parlo) sono sequiti progetti tonitruanti dai minutaggi assassini che avrebbero molto goduto di un qualche snellimento (i due Machina assieme durano quasi tre ore) ed un lavorio eccessivo sui suoni che ha dato vita a plasticoni goffi e dimenticabili (qualcuno ha detto Zeitgeist?).
Siamo nel 2014 e l'incontinenza di Billy Corgan ha dato origine a Monuments to an Elegy. Un disco di soli trentadue minuti di musica: ritrovato senso della misura o drammatica crisi d'idee? Io sono ottimista, e per un semplice motivo: è un bel disco. È inutile che ora veniate a dirmi "sì ma Siamese Dream era un'altra cosa" perché sì, persino i Manowar sanno che Siamese Dream era un altra cosa. Prendiamo Monuments per quello che è: un lavoro ben fatto, che presenta alcune novità interessanti e non tradisce il passato del gruppo (cioè di quando gli Smashing Pumpkins erano effettivamente un gruppo: ora sono Billycorgan, un altro tizio alla chitarra e Tommy Vee dei Mötley Crüe alla batteria. Sì, i Mötley Crüe. Bisogna ammettere che c'è molto di peggio in giro). Monuments to an Elegy è ben suonato e prodotto, ha una durata contenuta, non presenta filler ed ognuna delle nove canzoni si porta a casa una solida sufficenza, consiglio tra tutte Drum + Fife. Il suono complessivo è il classico smashinpumpkiano, con l'aggiunta di synth, evidentissimi in alcune tracce, che modernizzano leggermente il tutto senza snaturarlo. Un modo carino per dire che non sono esattamente indispensabili ma che apprezziamo lo sforzo.
Vi è piaciuto Oceania? Avete odiato gli Zwan? Vi piace quella roba che su Kerrang! chiamano alternative rock? Volete un disco simpatico e, almeno stavolta, senza troppe pretese? Monuments to an Elegy fa per voi.
[Qualcuno potrà obiettare che Monuments è in effetti parte del "ciclo di album" Teargarden by Kaleidyscope insieme ad Oceania, diversi EP ed un sacco di roba che deve ancora uscire, il che lo renderebbe a tutti gli effetti sintomo di una mancanza totale di senso della misura da parte del pelatone. Io rispondo che di questo ipotetico ciclo frega soltanto a Billy Corgan, per cui è inutile tentare di cogliere il senso complessivo di Teargarden. Ascoltatevi i dischi uno per uno e basta. Guardate a come va in giro vestito Billy e valutate se vale la pena tentare di capire cosa gli passa per la zucca]
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