Metto il cd nel cassetto dello stereo. Play. La musica comincia.

Descrivere la musica di Kristian Matsson, alias The Tallest Man On Earth potrebbe sembrare facile, dopotutto le sue canzoni sono fatte di chitarra acustica, voce e poco altro. Folk, solo puro folk. Ma sono le emozioni a farla da padrone e a decretare la bellezza di questo album.

Ascolti pezzi come "To Just Grow Away" o la successiva "Revelation Blues" di domenica pomeriggio, disteso sulla fresca erba di un prato, all'ombra di una balla di fieno lasciata lì a seccare e lo stress accumulato sparisce, lasciando il posto ad una pace dei sensi ormai rara.

Risvegliarsi al mattino con l'allegra "1904" ti rende la giornata meno pesante, e anche se non vuoi, finisci per canticchiartela in testa fino a sera quando finalmente rientri a casa. Il pezzo che dà il titolo all'album, "There's No Leaving Now" è il vero capolavoro, che ti culla con il suo pianoforte mentre tu, abbracciato al tuo amore, lasci da parte tutti i problemi e di godi quel momento così intenso.

Alla fine, "Criminals" e "On Every Page" ti ricordano perché questo disco ti piace così tanto. La voce ti tocca nel profondo, e la chitarra acustica crea una spirale di melodia malinconica e autunnale che incanta, fa sognare, ti porta via dalla quotidianità sempre così opprimente, così veloce e deleteria. E tu ringrazi che esistano persone come The Tallest Man On Earth, capaci di portare pace e gioia in un mondo dove ciò ormai sembra sparito completamente.

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