Il penultimo capitolo discografico in studio marchiato The Who è "It's Hard" (1982), morto lo storico batterista Keith Moon, ai 3 superstiti + 1 nuovo membro dietro le pelli tocca avere a che fare con le proprie ombre. Ci provano a reinventarsi, ma niente: l'album suona fiacchissimo. Fa male parlare con questi toni di un album degli Who, ma è inevitabile. Poche idee geniali (e ne avevamo già avuto delle ravvisaglie con i 2 lavori precedenti a questo) e la solita zuppa, servita qui fredda.

Il disco si apre con "Athena", un brano non malaccio,ma lontano dagli albori di un tempo, e si sussegue con brani che non ti lasciano nulla addosso, brani che hai solo voglia di scorrere e difficilmente ascolterai più di 2 volte se non sei un grandissimo loro fan. Due eccezioni vanno fatte però: la prima è "Eminence Front", l'unico vero gioiello all'interno dell'album, una vera chicca per i fan (e non solo) in cui si mescolano elettronica, rock, pop (e pure un pizzico di prog) e il cui testo riesce tenere testa alla stupenda musicalità del pezzo; la seconda è "Cry If You Want", brano che chiude l'album e con amarezza invita l'ascoltatore a piangere perchè  si chiude qui una prima parte della storia del gruppo, che rientrerà in studio solo 24 anni più tardi.

A conti fatti è un album evitabilissimo. Se dovete approcciarvi a questa band che ha fatto la Storia del Rock, andate a ripescarvi i primi lavori, quelli sì che erano capolavori.Se invece siete fan e amate quest'album,spiegatemi perchè non riesco a digerirlo.

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