I post-punkers dell'ultima ora ed i ben più smaliziati "kritikini", sembrano aver dimenticato Kirk Brandon ed il suo esordio con i Theatre Of Hate. Nulla di rivoluzionario, sia ben chiaro, ma sicuramente i nostri non meritavano di essere sbattuti in fretta e furia nel dimenticatoio (il solito, conformistico e stronzo dimenticatoio).

Credo che questa band sia riuscita, nel corso della sua brevissima e fulminante carriera, a produrre un pugno di canzoni estremamente belle e sicuramente affascinanti.

"Westworld", guarda caso, fu il primo ed ultimo studio album pubblicato dai Theatre Of Hate ma, nonostante i decenni trascorsi, il disco suona sufficientemente fresco. Un gruppo composto da ben sette ragazzi, marxisti e simpatizzanti del Socialist Worker Party (il Labour era cosa per piccolo-borghesi!). Dei comunissimi ed irrequieti giovincelli albionici, che decisero di imbracciare gli strumenti per esprimere il proprio canto di protesta contro le dissennate politiche di Margherita Tatcher. Al loro fianco un certo Mick Jones e svariate, anche se non sempre chiare, idee.

I Theatre Of Hate ricordano, in alcuni punti, certe soluzioni punk '77 ma a farla da padrone sono note crepuscolari e malinconiche. Non trascurabile, tuttavia, è una certa componente "pop", dosata componente in grado di stemperare le eccessive tinte fosche di inizio eighties.

Proverò a formulare qualche azzardato paragone. Talvolta i TOT richiamano alla mente quel sound tanto cari ai conterranei e "compagni" UK Decay ma, senza voler esagerare, possono essere paragonati anche ai Bauhaus meno spigolosi. Aggiungete un suadente saxofono e la saltuaria presenza di note di piano.

Non è difficile comprendere la proposta degli inglesi perchè, come già scritto, non fu nè rivoluzionaria nè sconvolgente. Eppure, nel marasma, un gruppetto di canzoni si distinguono per la loro oscura bellezza. Sto parlando, nel dettaglio, della title track, di "Conquistador" e di "The Klan".

La title-track è un brano marziale e monolitico. Un testo essenziale descrive quella che, ai tempi, fu la loro e la nostra fetta di mondo.

"Conquistador" è una composizione epica e solenne. Un brano come questo deve essere riscoperto da tutti gli esegeti della new wave.

"The Kaln" è l'apoteosi dell'emotività dark applicata a temi di scottante attualità. Da lacrime!

Bellissime canzoni affiancate da episodi non sempre convincenti ma, se di questi tempi, qualcuno ha avuto il coraggio di rivalutare Samantha Fox, allora sarebbe un delitto dimenticare i Theatre Of Hate! Cordialmente consigliato, sopratutto ai meno spocchiosi amanti della new wave.

Elenco tracce testi e video

01   Do You Believe in the Westworld (05:18)

02   Judgement Hymn (05:27)

04   Love Is a Ghost (03:35)

05   The Wake (04:19)

06   Conqistador (03:04)

07   New Trail of Tears (02:50)

08   Freaks (03:48)

09   Anniversary (05:25)

10   The Klan (06:52)

11   Propaganda (02:50)

On the air
the ministry broadcasts
pavlov's dog jerking
in tune, in time
barking but headless
orgasms in pain
thought a condition
morality insane

but me and you we know better
it's only propaganda
we're leading wonderful lives
but me and you we know better
we're leading wonderful lives

nuremberg 33
again in 45
intimidation necessary
for the violence to survive
in the re-run
the cast is the same
animals feeding
insane, insane

but me and you we know better
it's only propaganda
we're leading wonderful lives
but me and you we know better
it's only propaganda
we're leading wonderful lives

12   Legion (03:38)

13   Rebel Without a Brain (03:40)

14   Incinerator (04:27)

Everything I touch and hold it then turns into stone, stone
for I have looked behind me and seen
the reflection was a dream, a falsehood
and there will be an end to us
when I tell you that it was all lies
that
hold me to you,
hold me to you,
hold me to you, till you die
hold me to you,
hold me to you,
hold me to you, till you die

Everything I touch and hold it then turns into stone, stone
for I have looked behind me and seen
the reflection was a dream, dream
and there will be an end to us
when I tell you that it was all lies
that
hold me to you,
hold me to you,
hold me to you, till you die
hold me to you,
hold me to you,
hold me to you, till you die
hold me to you,
hold me to you,
hold me to you

15   Nero (remix) (07:27)

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Altre recensioni

Di  giovit74

 "Un disco di tutto rispetto che si inserisce nel panorama rock-wave degli anni 80, decennio fin troppo sottovalutato."

 "'The Kaln' è l’apoteosi dell’emotività dark applicata a temi di scottante attualità. Da lacrime!"