PILLS OF BLACK DEVELOPMENT  (episode III)

Accadono cose che ci commuovono. Ci meravigliano, ci spaventano, ci confondono. Restiamo stupiti, ammutoliti. Poi, come se l'intelletto fosse qualcosa che viene dopo l'emozione, proviamo a ragionare. In altre parole diventiamo responsabili (come Scilipoti per capirci), capaci cioè di rispondere a ciò che ci offende, che ci contraria, che ci rincuora, raffreddando la passione ed il coinvolgimento ideologico.

Mossi all'inizio da schemi puramente Black sinfonici (ma con un alone apocalittico e sciamanico già accennato), i torinesi Thee Maldoror Kollective hanno saputo evolversi in qualcosa di più affascinante e cibernetico del ''true-norvegian-style'', aggiungendo al proprio arsenale partiture elettroniche, corridoi ambient e suoni industriali di matrice trance. Il risultato? Un sound iperteso e terrificante, difficilissimo da etichettare: Electro-Industrial-Noise-Dark-Black metal...ci può stare? Ah...e con qualche marcata venatura Thrash.

No, qui non stiamo più parlando del semplice schema Strofa/Bridge/Chorus/Strofa...  Per ''New Era Viral Order'' non funziona così. Il modello stardard di canzone viene completamente stravolto, trasformandosi in un demone che striscia sottopelle ed arriva al cervello, annichilendolo con tutto il suo fragoroso odio.

Atmosfere glaciali, cupe, deprimenti, persecutorie, maligne. Il tutto amalgamato in un enorme calderone di massiccia elettronica e servito ancora bollente per il piacere delle nostre orecchie. Riff ipnotici e schizofrenici danno vita ad una creatura impazzita ed assassina: provate a rimanere insensibili all'ascolto di veri e propri assalti sonori come ''Xaos DNA Released'' (quando, del tutto fuori dal vostro controllo psichico, sarete costretti anche voi ad urlare, alla fine del pezzo ''Chaos...Chaos'') o la successiva ''Haemorrage Trasmission''.

Ciononostante, è con le mille sfaccettature perverse delle tracce più votate alla sperimentazione che si raggiunge lo zenit di luce nera; in questo senso ascoltare ''Drain-Wound-Cosmosis'' o ''La Flamme Vivant'' (entrambi affreschi Industrial/Ambient al limite dell'Ebm) ma anche la schizoide ''Rigid Pulse Startfire'' è quanto mai inebriante. Personalmente trovo azzeccata e di ottimo gusto la scelta di far emergere in fase di mixaggio il suono del basso (di rado se ne sentono così definiti) e soprattutto di integrare con una drum-machine le parti di batteria ''umane'', facendole risultare appieno amalgamabili tra di loro ma, al tempo stesso, ben distinguibili, come a voler creare due parallele e distinte componenti: quella biologica dell'uomo e quella elettronica della macchina. Un legame in cui quest'ultima sembra essere più umana e meno razionale dell'uomo stesso.

Sperimentare, in questo caso, diventa uno strumento per raggiungere uno scopo ben preciso, vale a dire la creazione di feeling tipici della scena Black rivisitati però in modo completamente nuovo. Qui il Black metal è presente più a livello concettuale che materiale, polverizzato com'è da una lucida freddezza, da un odio algido, da un livore destabilizzante

L'essenza del male, l'individualismo, il verbo nero risiedono esclusivamente nei clowneschi face-painting di molti gruppi simil-satanisti brandenti asce di guerra e coltelli? Ascoltatevi ''New Era Viral Order'' e provate a rispondere. Vi ritroverete, senza neppure accorgervene, nel bel mezzo di un incubo che vi trascinerà negli anfratti più malati della vostra mente.

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