Questa semisconosciuta creatura musicale a nome Thergothon nasce nella fredda Finlandia nell’anno di grazia 1990. La band era composta da Niko Sirkiä (voce e tastiere), Jori Sjöroos (batteria) and Mikko Ruotsalainen (chitarra). I nostri iniziano la loro carriera all’insegna dell’allegria più pura suonando Death Metal ma nel giro di poco deviano la loro proposta musicale verso altri lidi, e precisamente verso ilDoom Metal mantenendo ancora qualche elemento Death nelle loro composizioni. Nel 1991 i nostri tre reclutano in formazione un secondo chitarrista Sami Kaveri e registrano un demo di 4 tracce intitolato “Fhtagn-nagh Yog-Sothoth”. Nell’autunno 1992 infine la label italiana Oscure Plasma produce il loro primo (e unico)lavoro : “Streams From The Heavens”.

Siamo di fronte al primo vagito di un nuovo sottogenere, il Funeral Doom Metal. A parere di chi vi scrive “Streams From The Heavens” è il paradigma del genere e in assoluto il disco più rappresentativo. La band suona nel modo più lento possibile e a tratti il disco si fa davvero insostenibile. Le chitarre hanno una accordatura talmente ribassata che in particolare la seconda di esse suona come un basso. Influenze varie da ambient e musica sperimentale spuntano qua e là. Il risultato è un album che all’epoca venne definito come "il più depressivo mai composto".

Fin dalla prima canzone "Everlasting" appaiono chiare le coordinate del disco. Il suono della prima chitarra è sporchissimo, mentre la seconda suona come un basso. Le ritmiche sono lentissime, si mantengono sui 50 BPM, una lentezza ossessiva fatta di riff ultradistorti e melodie inquietanti. Le tastiere hanno un suond minimale e dulcis in fundo, l'accostamento di due voci, il growl bassissimo della prima e l'etereo pulito della seconda creano un effetto piuttosto disturbante. Nessuno, a mio parere neanche i meno sconosciuti Skepticism sono riusciti a creare un tale monolite sonoro. Le canzoni senza sorpassare mai i 10 minuti riescono ad essere talmente cupe da risultare inascoltabili per chi non fosse abituato al genere. Ne sono la prova brani come "Yet The Watchers Guard" in cui l'intreccio delle voci risulta magistrale, "The Unknow Kadath In The Cold Waste" la canzone più corta del disco e nella quale sono le tastiere a farla da padrone, ed "Elemental" che lungo i suoi 9 minuti racchiude alla perfezione tutti gli elemnti del disco (meraviglioso lo stacco centrale con le due voci che cantano all'unisono). La quinta traccia "Who Rides The Astral Wings" è talmente superiore, talmente angosciante e tetra da suonare come il testamento musicale e spirituale dei Thergothon, 7 minuti di autentica agonia e disperazione. Chiude infine la malinconica "Crying Blood And Crimson Snow".

Pochi mesi dopo l'uscita dell'album il gruppo si scoglie, abbandonando la scena. I membri svaniscono nel nulla. Durante il periodo d'oro del Funeral Doom il gruppo verrà citato come fonte di ispirazione primaria per centinaia di band. Questo ad ogni modo rimane un'opera unica e irripetibile e che sembra ancora ad oggi provenire da millenni addietro ma che tuttora risulta tremendamente attuale.

"Centuries has passed since the last Old Ones spoke and the world has grown darker still…"

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