Sono stato contattato dall'amico fraterno Roby che mi ha informato a riguardo del suo nuovo progetto musicale. Ne è venuta fuori un'interessante discussione; questo è il resoconto integrale della nostra conversazione via e-mail.
1) Ciao Roby!! Ti ringrazio fin da subito per la tua disponibilità nell'accettare la mia proposta; una sorta di intervista on-line e parlare delle cinque canzoni del tuo gruppo. Per rompere il ghiaccio una breve presentazione tua e della band; i vostri progetti precedenti, il vostro bagaglio musicale. Ti chiedo da subito una certa sintesi perchè vi conosco abbastanza bene e qualcuno di voi ha suonato in molti altri progetti locali.
R: Ciao Lorenzo. Grazie a te per l’intervista. La band è composta da Dario Fanelli alla chitarra, Ivan Bionda al basso, Ale Dell’Aglio alla batteria e da me alla voce. Come hai accennato siamo tutti dei veterani dell’underground rock metal e hardcore del VCO. Alcuni di noi hanno militato in svariate band fin dagli anni 90 e 2000 (Quinto Livello, Distorted Violence, Grey Cube, Human Toilet, Stopgap, Greentrip, Lady Bastard per fare qualche nome). Era da tempo che io e Dario volevamo creare un progetto musicale insieme. Ce lo siamo sempre promessi, fino a che, nel 2017, abbiamo concretizzato le nostre intenzioni. Abbiamo subito chiamato Ivan che ha accettato con entusiasmo la proposta. Per quanto riguarda il batterista la ricerca è stata un pò più difficile. Ale si è unito a noi qualche mese dopo.
A riguardo del nostro bagaglio musicale, posso dirti che ognuno di noi ascolta cose molto diverse. Abbiamo sicuramente molti gusti in comune, ma non mancano mai accesi confronti e disquisizioni sui nostri ascolti. Personalmente penso sia una risorsa preziosa che poi confluisce nella nostra musica, creando un sound a nostro avviso molto interessante.
2) Venendo a parlare nello specifico del lavoro, ascoltabile per il momento su SoundCloud e presto sulle piattaforme streaming ed in CD, mi ha colpito l'immagine di copertina. Mi hai detto al telefono che è opera di un'artista locale; come è nata l'idea della copertina ed anche il nome che avete scelto per la band?
R: Vorrei risponderti per primo sul nome della band: devo confessarti che è stato un lungo parto. Ad ogni prova dedicavamo i tempi morti in un brainstorming per trovare un nome a questa disgraziata band fino a che una sera qualcuno di noi ha detto “certo che siamo proprio dei disagiati!!”. Qualcun altro ha detto “ma in inglese come si dice: disegeited?” Così è nato ThisAgeHated. Una cosa divertente, una sorta di gioco linguistico che però ha anche un accezione più seria, perché sicuramente questa è un epoca difficile e per certi versi odiata.
La copertina invece è nata dalla collaborazione con un giovane e molto talentuoso pittore ossolano, Lorenzo Vecchietti, già conosciuto nei migliori circuiti artistici (cercatelo su facebook e instagram, i contatti li potete trovare nella presentazione dell’EP su soundcloud e nei crediti del CD). Un amico con cui condivido parte del mio lavoro con i ragazzi disabili. Semplicemente, un giorno chiacchierando gli dissi “Lorenzo, ti andrebbe di dipingere i ThisAgeHated?” e lui mi rispose “Certo, fammi sentire la vostra musica”. Così è nata la copertina dell’EP!
3) Ci conosciamo da una trentina di anni e credo di non sbagliarmi nel dire che i brani sono tutti scritti da voi; non ho molta dimestichezza con l'inglese ed allora ti chiedo anche di parlare dei testi, di cosa narrano. Ed infine vi siete fatti aiutare da qualcuno di madrelingua inglese nella stesura degli stessi?
R: I testi scandagliano per lo più la parte introspettiva dello scibile umano. Potrei dire che c’è un minimo comune denominatore che unisce i testi dei 5 brani del nostro lavoro: è il cambiamento. Il cambiamento che inevitabilmente tocca la vita di tutte le persone. A volte è una vera e propria esigenza a cui tutti ci troviamo di fronte. A volte il cambiamento è consapevole e cercato, migliorativo della propria vita. A volte invece ci si accorge inconsapevolmente del cambiamento che ci sta capitando, creando trasformazioni dall’esito spesso tragico.
"Bomb" parla sostanzialmente di solitudine. La solitudine che ti cade addosso, in cui si trova chi ha fatto terra bruciata intorno a se per il modo di relazionarsi con il mondo e le persone. "Desert Dawn" parla di fuga, dai propri demoni, dai propri fantasmi. Una fuga che spesso però non porta da nessuna parte, se prima non li abbiamo affrontati e sconfitti. "The Stranger" parla della nostra parte oscura, la nostra “dark side” che purtroppo a volte prevale con esiti tragici. "Charon" parla dell’ultimo viaggio che noi tutti prima o poi dovremo fare. "Change" parla semplicemente dell’esigenza di cambiare di fronte alle situazioni critiche, condizioni umane che non possono cambiare da sole ma solo con la nostra volontà.
Alla fine della stesura dei testi mi sono confrontato con un amico dalle competenze linguistiche sicuramente superiori delle mie che mi ha aiutato a correggerli leggermente.
4) Ho ascoltato con estrema attenzione i brani. Come ho già detto sono cinque per circa 17 minuti di durata totale; quindi mediamente siamo su di un minutaggio piuttosto contenuto. Non perdete tempo con troppe inutili introduzioni musicali e partite subito con assoluta potenza, come avviene nell'opener "Bomb". Chitarre ribassate, intense; un basso propulsivo dilagante, una batteria incisiva che colpisce duro!! Pezzo traboccante rabbia che mi ha ricordato, in maniera positivissima, i Soundgarden degli esordi. La tua voce, a tratti strappata, a tratti melodica (come avviene nei restanti brani) mi ha addirittura ricordato, in certi passaggi più riflessivi, il grande Chino Moreno dei Deftones. Puoi, potete confermare questi miei iniziali riferimenti? E cosa potete aggiungere?
R: Guarda, ti devo dire che tutte le persone a cui abbiamo fatto ascoltare l’EP hanno espresso paragoni e somiglianze più disparate! Alcuni ci hanno detto che ricordiamo un miscuglio di Helmet, Alice in Chains, Deftones, i primi Tool, White Zombie. Tutte band che stimiamo e apprezziamo, e per alcune proviamo un vero e proprio amore! Quindi a noi questi paragoni fanno un gran piacere. Il fatto che ognuno ci trovi cose diverse dentro, non fa altro che confermare le molte influenze che, attraverso i nostri ascolti e il nostro background, confluiscono nella nostra musica. "Bomb" è stata la nostra prima canzone composta insieme. Si tratta di potenza allo stato puro. Siamo molto legati a questo brano
5) Si prosegue con "Desert Dawn" e qui i riferimenti si spostano da tutt'altra parte. La parola deserto nel titolo della canzone non è scritta a caso perchè ci sento molto Stoner, Kyuss ed Unida in primis; ma c'è dell'altro. La chitarra stoppata è un chiarissimo rimando agli Helmet di sua maestà Page Hamilton. Ecco ho citato a mio parere l'influenza maggiore che ho avvertito nello scorrere del lavoro: l'Hardcore-Noise così tanto osannato nella nostra remota gioventù. Passiamo a "Charon" altro pezzo da battaglia campale, introdotto dal un suono concreto e pastoso del basso. Minuti intensi, con un fraseggio Metal nella parte centrale ed un finale convulso, rumorosissimo, disturbato da parte della sei corde. Ogni brano un riferimento diverso: tutto questo per dire che siete di difficilissima catalogazione. Difficile inserirvi in uno specifico genere; ed allora provo io a definire il genere da voi proposto: GrooveHardcore(Post)NoiseStoner scritto così senza spazi!! Mi date ancora una volta ragione?
R: Devo dire che c’hai preso in pieno. Come ho già detto, Desert Dawn parla di fuga, una fuga in mezzo al deserto. Io ascolto molto stoner e i nomi che hai citato sono sicuramente dei pilastri di riferimento per me! Altro riferimento a mio avviso azzeccato è quello che hai fatto con gli Helmet di Page Hamilton, veri e propri guru dell’alternative metal o posthardcore che dir si voglia. Purtroppo non sono bravo con le definizioni e spesso semplicemente non si può e non si riesce a definire un certo tipo di musica, proprio per le innumerevoli influenze che contiene. Ma penso sia proprio questo il bello! La tua definizione è senz’altro azzeccata e completa, ma forse preferiamo dire che si tratta di un potente, diretto e onesto alternative metal. C’est plus facile
Per quanto riguarda "Charon" posso dirti che l’idea per il testo è di Ivan, il nostro bassista. Io non ho fatto altro che trasformare la sua idea in canzone, cercando le parole e la metrica giusta per la musica
6) Le domande dovevano essere cinque; ma ne voglio formulare ancora una. Avete in progetto di suonare in qualche locale delle nostre zone per promuovere il lavoro? Nel caso affermativo vi prego cortesemente di informarmi perchè mi piacerebbe coordinare le movenze del pubblico al di sotto del palco!! Il buon Pogo-Man Lorenzo è invecchiato ma in grado ancora di dare lezioni, a gomiti ben alti...Come ai vecchi tempi...
R: Ahahahaha, come dimenticare i vecchi tempi del pogo sfrenato, che spesso abbiamo condiviso! Abbiamo sicuramente in progetto di suonare live al più presto. Le date future sono ancora da definire. Per ora abbiamo suonato una sola volta, questa estate al Loggiapalooza di Trontano organizzato dagli amici della Loggia del Leopardo, che non mollano mai! Purtroppo, come ben sai, è sempre più difficile trovare locali e situazioni in cui esibirsi nella nostra zona. Ma siamo fiduciosi, guardiamo avanti con ottimismo.
Ho così concluso, anzi abbiamo così concluso. Credo sia venuta fuori una interessante intervista; ieri ho postato negli ascolti l'EP. Consiglio a tutti i debaseriani di prenderne visione.
Ad Maiora.
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