Ho già redatto qui su debaser due recensioni sui progster Threshold ma ora mi sembra l'ora di dire un paio di cose circa "Subsurface" l'album che a mio avviso si può tranquillamente definire, senza vergognarsi e nemmeno aver paura delle ribattute altrui, il capolavoro del gruppo. È vero che non esiste un'idea chiara circa quale sia l'apice di questo gruppo inglese ma penso che in quest'album tutte le caratteristiche dei threshold trovano spazio in misura piuttosto omogenea. Su quale sia il possibile capolavoro del gruppo si è detto un po' di tutto, vi sono opinioni molto diverse. L'idea più quotata è "Psychedelicatessen", sicuramente un album molto valido ma un po' timido, dove l'uso dei vari suoni risulta essere troppo prudente e poco azzardato. Qualcuno cita "Hypothetical", qualcun altro "Critical Mass", album sicuramente validi, superiori tecnicamente, tranquillamente considerabili dei capolavori ("Critical Mass" è uno dei miei preferiti") ma che non arrivano alla sofisticatezza che invece riesce a raggiungere questo "Subsurface". Per fortuna non sono l'unico a citarlo come apice della carriera.
Qui i Threshold suonano in maniera ben più spregiudicata rispetto a molti lavori precedenti, aumentano il peso dell'elettronica e il quoziente tecnico, si permettono di inserire qualche effetto elettronico e qualche assolo in più del solito senza paura di cadere nel ripetitivo, senza temere le critiche (timori che forse emergevano in passato). Se in molte release passate la band ha cercato di essere molto prudente nell'utilizzo dei vari suoni qua invece suona senza farsi troppi problemi. Certo, i Threshold non creano nulla di nuovo, non aggiungono né tolgono nulla a ciò che avevano fatto in precedenza (purtroppo) ma almeno optano per un maggior dinamismo, che rende piacevole l'album. Delle 9 canzoni del disco nessuna sembra essere una copia dell'altra.
La opener "Mission Profile" prevede potenti chitarre sorrette da sperimentazioni elettroniche e una bella parte strumentale con solisti di chitarra e un bel solo di tastiera interviene prima della parte finale; un brano sicuramente complesso ma comunque diretto. Davvero geniale la seconda traccia "Ground Control" dove strofe dirette e potenti che alternano riff di chitarra a effetti elettronici danno spazio a stacchi più malinconici con le tastiere ben in evidenza. Enfasi sul lato più melodico nella traccia n° 3 "Opium"; pregevoli e sognanti le parti di tastiera, ma bene anche le chitarre e da segnalare anche una bella parte strumentale con assoli di chitarra e un solo di tastiera piazzato molto intelligentemente. "Stop Dead" risulta invece particolarmente immediata con riff sempre piuttosto spinti molto ben accompagnati dalle tastiere. Notevole e magistrale la mini-suite "The Art Of Reason" che con i suoi 10 minuti di durata mostra un po' tutto ciò che si può sentire dai Threshold: parti melodiche con enfasi sulle tastiere e parti invece più cariche; notevole la sua parte strumentale con chitarre e tastiere ancora in evidenza dal punto di vista più tecnico; brano forse non immediato ma molto sofisticato, forse la canzone per la quale vale la pena l'acquisto dell'album. La canzone più immediata e diretta è invece "Pressure" un brano energico, frenetico; cinque minuti di pura carica esplosiva senza pause eccessive; niente male anche la parte strumentale, solisti di chitarra e tastiera sempre impeccabili. Più triste e malinconica la successiva "Flags And Footprints", con molta enfasi sulle melodie alla tastiera; uno dei brani che preferisco dell'album, brano sognante adatto a chi ama le emozioni forti; all'inizio lo sottovalutavo molto ma ora lo adoro. Qua forse cala un po' di tono l'album; "Static" è un brano che forse sa un po' di già sentito ma comunque di piacevole ascolto, apprezzo particolarmente i due giri di synth che intervengono durante il brano; gli stacchi melodici invece non risultano nulla di particolare. Molto bella, anche l'ultima traccia, "The Destruction Of Words" traccia triste e dai suoni cupi con arpeggi di chitarra fondamentali a creare tale atmosfera anche se si deve molto anche alle tastiere; brano molto sentimentale ma le cui melodie sono appena sotto quelle di "Opium" e "Flags And Footprints".
Davvero un grande album, l'ho voluto descrivere davvero con il cuore perché amo i Threshold e non li ho mai visti così ispirati, sinceramente, sebbene abbiano scritto altri capolavori simili a questo. Riusciranno a ripetersi ottimamente anche con il successivo "Dead Reckoning" ma questo resta davvero un disco impeccabile. Consigliato davvero a tutti da coloro che hanno un chaos interiore da scatenare a coloro che provano forti emozioni perché come me sono dotati davvero di un grande, grande cuore!
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