Definire, come molti fanno, i tedeschi Tocotronic un gruppo pop significa sbagliare di grosso; anche se non conosciuti molto all'estero questo (ex terzetto) quartetto di Amburgo riesce a creare un connubio di musica dark, elettronica, rock e psichedelica le quali, basate su melodie fortemente tristi, accompagnano in modo quasi straziante l'ascoltatore.

K.O.O.K. (1999-Universal Music) non è altro che la conferma di quanto ho appena detto, un disco di 17 canzoni che racchiude tutta l'essenza dei loro primi album, aggiungendo una vena molto più malinconica nelle melodie che non sono più "sfuriate" punk bensì completamento di un animo rassegnato a tutto e a tutti (un p0' come fecero i Cure nell'82).

Si potrebbe dividere questo gigantesco album di inediti in due parti, una che guarda più al passato e una più innovativa. E allora spuntano pezzi come l'elettronica title-track, "Das Ungluck muss Zuruckgeschlagen werden", una dolce serenata a volte più accattivante altre più disagevole, "Jakpot", che non so perché mi ricorda tanto "Fuori come va" di Ligabue ma solo dal punto di vista strumentale, o ancora pezzi veramente malinconici come "Das sind keine Ratsel", canzone più riuscita dell’album, "Morgen wird wie Heute sein" e l'ultima "17".

Anche se non molto esauriente questa recensione mira soprattutto a far conoscere questo gruppo, che varrebbe veramente la pena di ascoltare in quanto è limitato nell’espansione in Europa solo dalla lingua tedesca spesso penalizzata.

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