Mio padre ha una vasta collezione di vinili, che non ascolta praticamente mai, ma che rimangono comunque tenuti bene. Il primo disco che sentii in vinile fu "Absolutely Live" dei Doors, e rimasi incantato soprattutto dalla versione di "Soul Kitchen". Lo andai a comprare qualche settimana dopo in cd, ma l'effetto non fu lo stesso. Il suono non era caldo e avvolgente come quello del vinile. Di recente ho letto qualche libro di musica, e forse ho capito perché.

Il punto è che la musica è tonda e per essere trasferita su cd deve essere squadrata. In questo modo perde alcune frequenze e anche se per noi il risultato può sembrare lo stesso (quelle frequenze non le udiremmo comunque), in realtà c'è qualcosa che manca e la musica perde corpo. Ecco perché gli Stratovarius suonano così bene su cd, mentre John Cale no. È una questione di vibrazioni.
Comunque ogni mattina, quando mio padre va a lavorare, frugo tra la sua collezione di dischi in cerca di qualcosa da ascoltare. Ed è da una settimana che ascolto e riascolto "Blue Valentine" di Tom Waits, disco del 1978, dalle atmosfere notturne e ancora molto jazzistiche (appena dopo "Heartattack And Vine", Waits avrebbe inaugurato il suo periodo rumorista). Proprio a questo proposito, ho notato che molti critici cominciano a dare importanza ai lavori di Tom Waits solo da "Swordfishtrombones" in poi, snobbando la prima parte della sua carriera, accantonandola sotto l'etichetta di retro' o comunque non innovativa. Ma io trovo questo lavoro molto caldo e fatto molto col cuore. A partire da "Somewhere", un pezzo tratto dalla colonna sonora di "West Side Story" e qua riproposto in una interpretazione tipicamente waitsiana, con uno stile vocale che può anticipare quello di Nick Cave. Segue "Red Shoes By The Drugstore", a tratti parlata e a tratti urlata, molto notturna, con una ritmica piuttosto intrigante propria del Tom Waits più recente. Un pezzo pianistico eseguito con gusto è la sucessiva "Christmas Card From A Hooker In Minneapolis", che come stile può anche far pensare a Petrucciani.

"Romeo Is Bleeding", è una storia di crimine con immagini azzeccate come "he'll die with out a whimper, like every hero dreams, just an angel with a bullet and Cagney on the screen" e in fatto di arrangiamenti è sicuramente il punto forte dell'album, con il basso instancabile di Jim Hughart che tesse una base ritmica formidabile per tutta la durata del brano e l'assolo di sax tenore di Frank Vicari. "$29.00" è una pausa, allenta la tensione, un blues rilassante, che precede quella che è forse la canzone più famosa del disco, la visionaira "Wrong Side Of The Road". Un testo fatto principalmente di non-sense, che si perde tra immagini di puro cut-up "Strangola tutti i canti di natale" e semplici insulti "Dì ai tuoi che possono pure baciarmi il culo". Il risultato è molto straniante con la musica che segue il cantato esageratamente espressivo di Waits passo a passo fino al verso finale "Contromano..." che viene ripetuto tra versi quasi infantili (ba-du-ba) urlacchaiti da maniaco pervertito. Dopo questo slow ecco che arriva ad aumentare il ritmo "Whistlin' Past The Graveyard", veramente frenetica, dove il canto è sguaiato e a volte addirittura strozzato. Ci riporta su territroi più quieti "Kentucky Avenue", una canzone veramente tenera, e che rende totalmente imprevedibile una canzone come "A Sweet Bullet From A Pretty Blue Gun", che viene recitata allo stile che ha Iggy in "Down In The Streets" (Fun House, 1970).

In chiusura, la title-track, disperata nell'esecuzione (ridotta a 2 chitarre soltanto) quanto nel testo, è impreziosita da un assolo che mi fa venire in mente Paco De Lucia come anima, anche se è certamente molto lontano dal suo stile; e dall'espressività del cantato di Waits che qua raggiunge il culmine, pur non urlando o imprecando. Un disco che forse può essere noioso, per chi non ha tempo, ma chi non ha tempo di farlo non dovrebbe ascoltare musica. L'ascolto richiede pazienza, è vero, ma stiamo parlando di un disco suonato in modo impeccabile, ma non per questo "leccato", e sicuramente è una gioia per le orecchie pur non essendo assolutamente commerciale.

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