Avvertenza: questo non  è il doppio CD live ufficiale, dal titolo simile ma non identico, già in vendita presso i migliori negozi di dischi (ad avercene, nella mia città non ne è rimasto neanche uno) ma una sua versione bootleg "espansa e corretta", di ottima qualità audio, che documenta l'intero concerto al Fox Theater di Atlanta del tour "Glitter And Doom", disponibile immaginate un pò Voi dove. Chiaramente quella disponibile nei negozi è molto meglio, e consiglio a tutti di acquistare quella versione. La voce è la stessa...


Io con Tom Waits ho un rapporto "particolare".

Anni fà, una volta che mi trovavo ad ascoltare uno dei suoi album, chiamai vicino mia figlia e le dissi:

"Tesoro, lo senti questo signore che canta?"

"Si, papà. Questo che sembra un orco?".

"Si. Ebbene, questo signore è un pò il tuo vero padre.

Anzi no, facciamo che è tuo nonno.

Il vero padre voglio essere io".

Lei rimase un attimo interdetta, e preoccupata, e scappò dalla madre.

In verità, la storia penso già di averla raccontata in passato a qualcuno su DeBaser, ma è più o meno questa.

Anni fà, nel 1999 circa, dopo già vari anni di matrimonio urgeva un figlio/figlia per dare un senso al tutto.

C'era però un piccolo problema.

Fumavo quasi tante sigarette al giorno quanti sono i miei anni attuali.

E non erano davvero poche (le sigarette allora, come gli anni oggi).

Per non rischiare di passare geneticamente il vizio del fumo ad una creatura innocente, mia moglie mi impose di interrompere là (non il matrimonio, semplicemente il vizio del fumo).

Come fare?

Facile, un CD di Tom comprato a settimana (a cui nel frattempo mi ero iniziato ad appassionare) con i soldi risparmiati per le sigarette.

Insomma, nel giro di qualche settimana avevo la discografia completa..  e nel giro di 9 mesi e mezzo una figlia.

Tornando all'oggetto della recensione, questa mi sembra sia la seconda volta in cui l'uomo di Ponoma ha deciso di documentare le sue esibizioni live, circa ventanni dopo "Big Time" (non considerando un vero live "Nigthawks at the Diner").

I brani in questo bootleg documentano a mio avviso una scelta particolare e coraggiosa per la scaletta dei concerti del tour.

Sono quasi sempre brani tutto sommato "secondari", assolutamente non main stream, per quanto i brani di Waits lo siano mai stati.

Fra questi, non presenti sulla versione ufficiale del live, c'è "November" (da "The Black Rider"), il cui spirito gotico e noir è messo più in evidenza nel cantato ancora più rauco che nella versione in studio.

C'è il blues "manovale" e latineggiante più che mai di "Hoist that Rag" (da "Real Gone")

Poi c'è "Cemetery Polka" (da "Rain Dogs"), la "mamma" di "Marcia del Camposanto" del Waits italiano, VInicio Capossela.

La versione è davvero "alla Tom Waits" con colpi di tosse, parlato, megafono, voci da orco e voce acuta da Giudice Morton di "Chi ha incastrato Roger Rabbit?" (nelle sue vere vesti), tutto insieme.

C'è una suggestiva "Innocent when You Dream" (mi sa che era quello il brano che ascoltavo quando chiamai mia figlia..), cantata con il supporto del pubblico, come se fossimo ad un concerto di Renato Zero.

C'è "Dirt in the Ground", più blues e meno fiatistica che nell'originale di "Bone Machine".

Ci sono solo due brani di prima della "rivoluzione Island", "Til the Money Runs Out" e la dolcissima "On the Nickel" (entrambi da "Heartattack and Vine").

E poi degli inediti (almeno per me, non mi sono documentato troppo, potrei sbagliarmi) di discreto valore, quali "All the World Is Green".

Ad accompagnarlo, di nomi famosi, quello più importante è quello del figlio, Casey.

Insomma, più che l'importanza dei brani e dei musicisti (mancano davvero troppi pezzi pregiati di "Rain Dogs", "Swordfishtrombones" e "Bone Machine", al concerto sarei forse rimasto un pò deluso, e manca sopratutto Marc Ribot), è sempre la voce ed il modo folle in cui "la suona" il vero valore aggiunto.

Provare, per credere, se mai cominciando dalla fine, la splendida "Anywhere I Lay My Head".

Consigliato, dopo tutto.

Alla prossima.

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